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calandrelli alessandro

grosso calibro colpiva la ruota dell’affusto e ne sbalzava via alcune piastre, una delle quali colpendolo al petto stramazzavalo al suolo privo di sensi, sicchè fu creduto spento — Raggravasene il campo francese, ma fu breve la insana allegrezza, perocchè riavutosi Ludovico Calandrelli, dalle mura di Roma con le sue artiglierie menava strage grandissima degli inimici, e fino all’ultimo istante della disperata battaglia dimostrò quanto fosse nella vita militare esperto, nell’animo coraggioso, nell’arte di puntare insuperabile. — Ma poichè furono i fati contrari alla salute di Roma e d’Italia, il Calandrelli migrò e trasferissi a Berlino presso suo padre. — Se non che indi a non guari sollevatasi la questione d’Oriente, ei corse a Parigi, ed avute splendide raccomandazioni dal Vaillant, che altamente lo estimava avendone conosciute ed ammirate in Roma le distinte virtù, sopra di un legno da guerra facealo trasportare a Costantinopoli, ove era immediatamente dal Sultano nominato colonnello d’artiglieria addetto allo stato maggiore d’Ismäël Pacha generale dell’esercito d’Asia, col quale recavasi tosto a Kars, e ad Erxerum, e in questa città davasi a fortificare la piazza con ammirazione del generale inglese Williams e del generale ottomano. — Però sotto il peso delle immense fatiche assalito dal tifo sventuratamente moriva il 2 settembre 1855, mentre l’aureola della gloria di già irraggiava sua fronte. — Fu la sua morte considerata siccome una sventura pubblica e nella solennità del funebre accompagnamento prese parte non solo tutto il corpo diplomatico, ma anche la guarnigione turca di 8,000 uomini che volle — esempio unico nella storia dei musulmani! — assumere il lutto. — Tanta era la stima, tanto l’affetto che aveva già saputo guadagnarsi Ludovico! — Egli lasciò in lingua tedesca una storia circostanziata di tutte le guerre del 1848 e 1849 e una relazione in italiano della spedizione romana nel Veneto. — Sul feretro di lui furono pronunciate parole che ti stringono il cuore. — Ad Alessandro che nell’anno precedente avea raccolto l’ultimo sospiro del padre suo giungeva di trafiggimento atrocissimo la notizia che avea perduto per sempre anche il suo Ludovico, il fratello carissimo, che durando nella vita sarebbe stato certamente una delle più belle glorie della patria. —

Alessandro Calandrelli in Berlino dimorando fu universalmente onorato e stimato, e avuto nel favore del Re, al quale poichè espresse sua gratitudine per la conseguita grazia, il Re stesso gli espresse l’alto pregio in che avealo, anche in una dimostrazione che merita ricordare. — E questa fu che trattosi presso di un verone e toccando della mano un cristallo disse: — Vedi se un lieve appannamento pur vi fosse stato io non mi sarei preso impegno alcuno — volendo significare appunto che se non lo avesse creduto degno di