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calandrelli alessandro

la toga, ora confidava che dinanzi al tribunale del popolo solo competente a portarsi appello, avrebbe trionfato la causa del progresso e dei tempi civili, e i principi del Beccaria sarebbero stati finalmente osservati. — Il popolo plaudì alla splendida orazione del Calandrelli, cui il colonnello Ruvinetti Presidente della Commissione avendo fatta degna risposta, dalla coscienza popolare pronunciavasi quindi la sentenza che la umanità e la civiltà reclamava, poichè unanime e solenne fa il grido che mentre con i più fervidi evviva acclamava la Commissione chiedeva grazia per i condannati a morte, e grazia fu fatta. —

Nel 2 maggio successivo fu nominato Presidente della Commissione con pieni poteri per giudicare le requisizioni illegali e punirne severamente i colpevoli, chè i sanfedisti ed altra gente di siffatta risma commettevano simili operazioni in nome del governo della Repubblica allo scopo appunto di sparger l’odio contro il governo medesimo. —

I cittadini romani, facendo onore alle alte virtù del Calandrelli, lo vollero eletto siccome rappresentante del popolo. — Fu poscia sostituto, e quindi prescelto a reggere il Ministero della guerra e marina, e in questa carica essendo, egli proponevasi ricondurre le milizie allo splendore, in che le portarono gli avi nostri, convertendole in una scuola di virtù e a questo fine intesero tutti gli ordini di lui. — Di vero propose egli di obbligare alle armi tutti i cittadini dagli anni 18 a 36 — chi volesse andarne esente, soggiacesse ad una tassa proporzionata alle sue facoltà, e questa esser fonte al Governo di danaro per istituire altrettanti ingaggi, cui fosse stato allettamento anche un’interesse maggiore dell’ordinario. — Propose, a fine di evitare che gl’ingaggi si componessero dei vagabondi e dei rifiuti della città, di ripartirne il numero nel contingente da darsi da ogni parrocchia, avendo in mira di trarre bravi elementi di milizia specialmente dalle campagne; — propose, onde avvivare la disciplina delle truppe, che ciaschedun soldato il quale si era mostrato subordinato e meritava lode, dopo compiuta la guerra della nazionale indipendenza s’avesse la retribuzione di un nibbio di terreno di media feracità, ovvero la equivalente somma di scudi sessanta; — proponeva, allo scopo di ampliare le fonti dell’esercito, e allo effetto di educare la nazione alle armi, che si decretasse non potersi ottare agl’impieghi civili da chi non presentasse fra gli altri documenti quello di essere stato iscritto per un triennio nei ruoli della linea, fatta eccezione soltanto per coloro che avevano deformità di corpo, e per quei che dimostrassero una straordinaria potenza d’ingegno da meritare un riguardo dal governo per coltivare le sovrane virtù della mente; — tutte queste ed altre proposte provano già nel Calandrelli l’altissimo accorgimento, e la grande attitudine alle cose di stato. — All’apprestamento delle artiglierie, come forza vitale d’un esercito