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calandrelli alessandro |
rio due medaglie in argento di benemerenza, e da Pio IX l’ordine cavalleresco di s. Silvestro, già decretatogli dal papa Gregorio per i lavori che eseguì in Civitavecchia, e poscia dall’istesso Pio IX eragli conferita la medaglia d’oro accompagnata da onorificentissima lettera per l’armamento della guardia civica e compilazione del relativo regolamento. —
Il Calandrelli aveva raggiunto il grado di capitano. — Era il 16 novembre 1848, allorquando il pontefice Pio IX dopo aver dato eccitamento e benedetta la riscossa del popolo italiano per la liberazione d’Italia dal dominio straniero, e mentre fatti gloriosi si compievano, revocava l’alto mandato di riscattare interamente la patria, onde l’ira popolare contro di se scatenava. — Fu perciò che egli dal Vaticano al palazzo del Quirinale trasferitosi erano le artiglierie sulla piazza di Monte Cavallo piantate in direzione della sua nuova dimora, e la sua esistenza stava nell’imminente pericolo, quando il Calandrelli esponendo la propria vita e ponendosi di contro al cannone scongiurava i popolani furibondi a desistere da eccessi indegni d’anime italiane. — E le artiglierie non tuonarono — il cannone su Monte Cavallo non esplose. — Calandrelli era già innanzi al popolo nello splendore di stimato cittadino, epperò la sua voce fu udita, il suo volere rispettato, e la vita del pontefice uscì di pericolo. — Eppure vi ha taluno che di quella grande azione del Calandrelli volea farsi merito suo proprio, ma stanno a smentirlo e l’Angelini e il Galvagni, e il Tittoni, e il Giovagnoli, e tanti altri valorosi che erano al fianco di lui, e, cosa incredibile! quegli stesso che tanto merito voleva a se attribuire, si tacque, allorachè per quel fatto la testa del Calandrelli correva pericolo, imperciocchè la inquisizione papale gli attribuì di poi a colpa quell’atto generoso, che fece salva la terra di Roma da più funesta sventura. —
Il Papa fuggissi a Gaeta. —
Creatosi il Governo Provvisorio era il Calandrelli promosso al grado di maggiore per diritto di anzianità. — Fu egli anco nominato giudice del tribunale di pubblica sicurezza, e intervenne nella causa di ammutinamento avvenuto nel quartiere di Cimarra con pretesto di liberare il generale Zamboni, ma in sostanza coll’empio scopo di accendere la guerra civile. — Sottoposti i rei alla solennità di un pubblico giudizio, i due principali autori erano condannati alla pena di morte. — Ma il Calandrelli dopo avere adempito alla legge come giudice, spogliatosi della veste del magistrato assumeva quella di libero cittadino a sentimenti di umanità e di civiltà ispirato, e indirizzava alla giustizia del popolo un commovente discorso, in cui propugnava l’abolizione della pena di morte per l’onore degli uomini per rispetto alla divinità, e nel mentre dichiarava che la crudeltà della legge si era dovuta applicare cingendo