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calandrelli alessandro |
altra orazione, da lui dettata, rifulse per i sentimenti pietosi e gentili e altamente magnanimi, imperocchè aveva per iscopo di soccorrere gli orfani e le vedove dei poveri militari, la quale orazione fu letta nella Pia Società Mariana di Castel s. Angelo presieduta dalla benemerita principessa Acton. —
Volgeva l’anno 1837. — Il morbo colerico introdottosi in Roma, menava stragi crudelissime, e dappertutto era squallore, desolazione, lutto. — Il Calandrelli con animo acceso di carità cittadina disprezzando ogni pericolo si diè ad apprestar suo soccorso ai vivi, e a dare l’estrema onoranza ai morti facendo dar loro sepoltura e allontanandoli immediatamente dalle case, ove la di loro morte era seguita. — E tanto si rese in azione così altamente umanitaria benemerito, che lo vollero eletto siccome uno dei membri primarî della società degli orfani del colera, ufficio che esercitò con grandissimo zelo, con supremo interessamento, e con soddisfazione generale. — E in quell’opera fu coadiuvato da elettissimi uomini, che mostrarono abnegazione e sollecitudine infinita. — Nell’anno 1843 era desso in commissione straordinaria inviato a Civitavecchia, per soprassiedere alle nuove fortificazioni e restauramenti che ordinavansi in previsione degli avvenimenti politici, che più tardi dovevano erompere. — E fu allora che egli tentò l’apertura di un pozzo artesiano, pel quale molte difficoltà erano ad incontrarsi, ma qui si parve apertissima la perizia di lui e nelle cose artistico-meccaniche, e nelle scienze naturali, imperciocchè era già arrivato all’effettuazione dell’opera mediante un congegno meccanico, di cui avvenuta la rottura per ostacoli incontrati nel fondo della roccia, fu necessità il sospendere, siccome s’apprende dall’Album di Roma, in cui tutte sono dispiegate le operazioni dal Calandrelli eseguite, e di lui si presenta bellissimo l’encomio. —
E in Civitavecchia dimorando, ornò l’androne del palazzo governativo componendovi un museo degli avanzi antichi, che egli rinvenne nella fossa delle nuove fortificazioni, e nelle vicinanze della città, e il fece a proprie spese, chè amore ha grandissimo di vedere in bello ordine raccolte le cose antiche. —
Correva l’anno 1847. — Il Pontificato di Pio IX parea annunziasse esser prossima l’aurora di libertà sospirata dalle genti italiane. Il Calandrelli era incaricato dell’armamento delle milizie civiche e della compilazione del relativo regolamento. — E a ciò attese con ispeciale premura, con abilità rarissima, e con generoso disinteresse, imperocchè non fu mai desso un mercenario, ma ambì sempre la ricompensa del merito e della probità — l’onore. — E fu perciò che di lui la pubblica stampa parlò sempre con splendida lode, ed i Papi l’onorarono persino di decorazione, perciocchè avevasi da Grego-