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calandrelli alessandro |
Giovanni suo padre salì in alta celebrità nell’arte della incisione in gemme, la quale apprese dai celebri Pliker Luigi e Giovanni e si meritò la fama di avere emulato i maestri.
I mirabili suoi lavori ad imitazione dell’arte greca e romana sono tenuti di pregio antico nei principali musei di Europa. — Gli altri lavori moderni distinguonsi pel corretto disegno e per un tocco franco e finissimo.
Federico Guglielmo III re di Prussia lo chiamò a Berlino nel 1832 colla carica di maestro nell’Istituto d’arti. — Ebbe poscia da Federico Guglielmo IV molte commissioni ed onorificenze. — Quasi tutti i principali ed insigni personaggi d’Europa incominciando dal papa Pio VII vollero che egli eseguisse il loro ritratto, e la sua morte avvenuta il 31 gennajo 1854 fu lagrimata da quanti lo conobbero, e lasciò il nome bellissimo in mezzo allo splendore della gloria artistica. —
Da tal genitore ben derivarono degnissimi figli, chè Alessandro e il proprio fratello Ludovico giovinetti tenerissimi rivelavano già negli studî vivacissimo l’ingegno e ben facevano presagire quanto più tardi di loro si verificò. — Di fatti Alessandro sentendosi inclinato alle lettere, ma sopratutto alle scienze naturali, e al disegno, in siffatti studî si raccolse e nel Collegio dapprima, e nell’Università Romana di poi e sotto l’insegnamento anche d’eccellenti maestri privati, e così fè rapido progresso in tali materie, che gli stessi precettori ammiravano in lui felicità d’intelletto, vivacità d’ingegno ed una maravigliosa facilità d’intuizione, onde giovanissimo degli anni s’ebbe l’onore di esser nominato professore supplente alla cattedra di mineralogia nella Università Romana. E poichè il prete di Roma desiderava guadagnare a se i giovani che rivelavano prestanza d’ingegno così i Cardinali Zurla, Mai ed altri chiesastici personaggi volevano far di lui un distinto levita, ma Alessandro a tutt’altro era chiamato che ad indossare la stola o la cocolla, e negli studî ascetici e teologici ingolfare sua mente, il perchè ricusò sempre e soltanto della religione di Cristo si mostrò ammiratore ed osservatore costante, imperocchè egli stesso diceva un giorno: io sono cristiano, e se nol fossi, tale mi renderei, perchè i miei studî mi hanno fatto conoscere l’essenza divina del cristianesimo, e niente di più grande e di più filosofico può stare a confronto di esso; la sola virtù naturale non è sufficiente a condurre un popolo. E di vero noi udimmo anche il grande repubblicano esclamare — le religioni governano il mondo... senza cielo, senza concetto religioso, la vita rimane in balia degl’istinti, delle passioni, degl’interessi.
Sul vangelo, sui martiri, sulle vite di Plutarco, sugli annali di Tacito informarono i genitori il cuore di Alessandro, e dalla sua madre Maria Bo-