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balestra avvocato giacomo


Si diè infrattanto il Balestra anche alla pratica forense presso l’illustre giureconsulto Avvocato Augusto Cataldi, e nel medesimo tempo il fervidissimo ingegno esercitò scrivendo corrispondenze in più giornali d’Italia, e dandosi quindi alla collaborazione di un giornale intitolato — Il Tevere — che clandestinamente si pubblicava in Roma, banditore dei più santi principî di libertà, indipendenza e unità della patria.

Però là dove la sua mente sfolgoreggiò di maraviglioso splendore, fu quando conseguito il titolo di Avvocato si slanciò, tuttochè giovanissimo degli anni, nell’agone del foro, e con inusitato ardimento assunse il patrocinio di cause di supremo interesse, sfidando il valore di avvocati provetti, chiarissimi per celebrità di nome ed onoranze della Curia di Roma. — E fu qui che si rivelò la intelligenza altissima del Balestra, e il criterio legale, e la facile intuizione, e la robustezza dell’argomentare, e la bella ed insinuante parola, e la vigoria dello stile, e la profondità degli studî e il saettare delle ragioni, onde ne seguì che la carriera d’avvocato esordisse con i più splendidi ed inaspettati trionfi, e s’ebbe gli applausi meritati, e la stima si guadagnò e l’affetto dei suoi colleghi. Se non che come al sole s’oppongon le tenebre, così alla virtù illustre son nemiche le nere anime ròse dalla invidia e dalla malignità, epperò qualche invido e qualche maligno tentò mordere con dente velenoso il Balestra per le onorate vittorie da lui riportate, ma la forza venne manco ed il morso andò a vuoto, e dovettero piuttosto quegli stessi nemici inchinarsi al merito.

Avendo il Balestra predilezione grandissima per lo studio di Economia Politica, a questa si applicò di tutta lena, ed anco in questa scienza ha la sua mente d’infinite cognizioni approfondito.

In mezzo agli studi, in mezzo alle cure d’avvocato non dimenticò egli un momento la patria, che anzi fece parte di molti comitati liberali e dopo il 1867 appartenne anche alla Commissione, che avea per iscopo di apprestare soccorsi ai carcerati politici.

Il sommo italiano disse — Non vi è che una Italia, e Roma è la sua Metropoli, — ed il Balestra vide il 20 Settembre 1870 come la realtà che succede ad un sogno lunghissimo ed il suo cuore di cittadino romano fu pieno di voluttà immensamente felice — Roma era rivendicata all’Italia.

Circondato di stima e di affetto fu dai propri concittadini di subito portato in più liste elettorali, e nella ultima elezione uscì dalle urne Consigliere Comunale.

La fermezza ed integrità di carattere, la intelligenza elettissima, le immense cognizioni, l’onestà delicata, lo fanno uno degli uomini più valenti nel