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tritoni avv. cav. achille |
parte raggiunge la meta principale, lo scopo di ogni storica memoria, di ogni biografica pubblicazione, di trarre cioè gli altri sul cammino della virtù e crearsi così utilissimi cittadini.
E con compiacente animo dopo ciò prendiamo a scrivere la vita di quel distinto Consigliere Provinciale, che è l’avvocato Achille Tritoni.
Nel 22 decembre dell’anno 1822 nasceva egli in Bacuco, appartenente alla romana provincia, da Luigi Tritoni oriundo di Torrice, e da Teresa Cinti, che furono genitori onestissimi e ornati di ogni più eletta virtù, ma troppo presto rapiti al figliuolo diletto. — Di fatti ancora bambino perdeva la madre, e appena l’età di otto anni raggiungeva, restava orfano anche del genitore.
Trovarsi in quella età solo senza sostegno di persone care, senza una madre, che vegli diligente sul capo adorato del figlio, senza un padre, che lo tragga per mano sulla via delle civili e morali virtù, era cosa da disperare. Eppure il Tritoni, così giovinetto, rivelò i più gentili sentimenti, l’indole dolcissima, e intelligenza superiore all’età, e crebbe desideroso di acquistare una compita educazione una istruzione perfetta. Di fatti nel Seminario di Veroli percorrendo egli tutto il corso dei primi studi, dimostrò vigoria d’ingegno, vivacità d’intelligenza, fervidezza di animo, e diè di sè speranze bellissime. — Vagheggiando di poi darsi alle scienze legali, alienava il suo patrimonio, che era modestissimo, e, volgendo l’anno 1842, trasferiva la sua dimora in Roma per istudiare nella Romana Università, ove di fatti così splendidamente emerse, che nell’anno 1816 ottenne la laurea ad praemium. Compiuta poscia la pratica forense, meritava, correndo l’anno 1851, di essere iscritto nell’albo degli avvocati.
Era già sceso nella più modesta fortuna, quando datosi ad esercitare l’avvocatura, saliva in tanta nominanza, in così bella reputazione, che acquistavasi di subito numerose clientele, e cominciava a ristorare la sua condizione finanziaria, e con la sua onestà, con la sua rara abilità, con l’operosità grandissima diessi a comporre un patrimonio, che di poi rose semprepiù prospero, ed oggi trovasi nella più florida agiatezza.
Ed è uno dei casi questo in cui veramente può dirsi che volere è potere, perocchè il Tritoni con le forze dell’ingegno, con le virtù dell’animo, con il frutto degli studi, con la scienza -economica ed amministrativa, che aveva pur coltivato, volle e potè.
E le sue fortune quindi fattesi maggiori, desiderò alla sua vita una com-