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novelli commend. ettore

Volgendo l’anno 1873 fu desso Commissario nei circondari di Velletri, Viterbo, Civitavecchia e Frosinone, per impedire, nella soppressione delle corporazioni religiose, la dispersione delle biblioteche, dei gabinetti scientifici, degli oggetti di antichità e belle arti, che erano ancora nei conventi. Operò con prontezza, con energia, con disinteresse; — salvò con tutta legalità quegli oggetti, che non eran stati portati via, e recuperò quadri, oggetti preziosi, e molti volumi, che erano stati trafugati, non altro mezzo adoperando che quella buona grazia, quel fare dolce, insinuante, che in lui è naturale, e che perciò più seduce il cuore. —

Alle molteplici cure, che lo stringono, congiunge di presente anche quella di essere bibliotecario dell’Angelica, in cui va tutto riordinando, e l’altra di presiedere la Commissione creata dalla Giunta Liquidatrice per la conservazione di tutte le biblioteche monastiche soppresse di Roma, e pel loro trasporto e riordinamento nelle biblioteche governative, pei gabinetti scientifici, musei, antichità ed altro, e alla delicatezza di siffatto lavoro si unisce anche una faticosa attenzione, una paziento sollecitudine, ed il Novelli al tutto adempio con soddisfazione e con lode. — E di vero la sua attività, la sua energia, il suo pronto operare è pari all’ingegno, pari al fuoco della sua anima, che divampa sovente nei liberi canti della italiana sua musa. — Il Novelli è uno dei più distinti letterati contemporanei, ed il suo nome suona onoratissimo e in grande reverenza nella repubblica letteraria. Molti pregiati lavori egli pubblicò, che gli procacciarono sempre più alta la fama. — I versi per il trasporto della salma del Foscolo, le Tre Margherite, un canto a Carlo Alberto per lo statuto, la traduzione di Ero e Leandro dal greco di Museo e il Centenario del Petrarca sono lavori, che rivelano una mente di alti concepimenti, un’anima ardentissima di vate, un ingegno elettissimo. —

Nel Consiglio Provinciale di Roma per il mandamento di Velletri è desso uno dei più distinti Consiglieri, cooperatori di quella amministrazione provinciale, che può presentarsi a modello. — Ei fu il primo ad esser decorato per suoi meriti della Commenda della Corona d’Italia. —

Più potrebbe dirsi di lui, ma a noi basta aver delineata la sua figura, come quella di un cittadino liberale, onesto, sapiente, letterato, che molto onora la patria, all’amore della quale ha consacrato la vita, di un cittadino, che la forza dell’ingegno dispone per il bene della propria città, per la fortuna della Provincia, per la felicità della Nazione, nè esitiamo di consegnarlo in isterico volume a perpetuità di sua fama illustre, ad esempio della generazione crescente.



Roma. — Ottobre 1874.