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giuliani cav. antonio

a soffocare in lui il germe di liberi sensi, a distruggere la scintilla dell’ingegno, ad annientare l’animo d’italiano. — Egli si formò giovane saggio, patriota fervidissimo, e cittadino nelle economiche e amministrative materie istrutto. — Per le sue belle virtù quindi entrò anche nella stima e nell’affetto del reduce capitano della grande armata Filippo Attiani di Valmontone, cittadino di alta reputazione, il quale tanto si strinse a lui in amicizia e lo ebbe caro, che con la più dolce soddisfazione dell’animo consentì che si sposasse all’unica sua figliuola Vittoria Attiani, giovane, che alla fisica bellezza univa tutte le morali virtù, tutte le doti di ornatissima donna. — Ma Antonio Giuliani all’immenso amore di sposo intrecciava anche l’amore della patria, chè pur dalle storie apprendeva i dolori d’Italia, serva di mille tiranni, e mal conteneva nel petto l’ira magnanima e i sentimenti ardentissimi, il perchè fra i coetanei delle circonvicine città sceltasi l’amicizia dei migliori, si era inteso con essi ed aveva anco da loro ricevuto confidenze di politici intendimenti, e al fuoco patrio che tutte gl’infiammava le vene s’aggiungeva la fiamma d’amore italiano, che pur derivavagli da quell’uomo egregio, che fu il capitano Attiani. —

Se non che venne in breve preso d’occhio dalla polizia pontificia, che dappertutto sguinzagliava i suoi sgherani per perseguitare coloro, cui faceva delitto l’amoro di patria, e la libertà del pensiero. Antonio Giuliani era quindi notato nel libro nero, che si chiamava dei pregiudicati per opinioni politiche, e incominciarono contro lui le vessazioni, le inquietudini, le amarezze, i travagli. — Noi non esporremo qui la condizione dolorosa, in che era il sorvegliato politico sotto il pontificato di Gregorio XVI; noi non diremo come si desse interpetrazione di fellonia ad ogni atto di onesto cittadino, che fosse in sospetto di tener fede e amore al proprio paese; noi non riferiremo come si desse effetto a personali e domiciliari perquisizioni e si traesse pretesto ad imprigionamento da una lettera, da una poesia patriottica, da un emblema politico, da una stampa clandestina, non descriveremo i misteriosi processi e le condanne pronunciate sul capo di tanti cittadini, quali alla reclusione nel carcere di Pagliano o di S. Leo, quali ai ferri in vita; diremo sì bone come sul capo anche di Antonio Giuliani, il quale era pur divenuto padre di numerosa figliuolanza, rumoreggiasse vicina qualche sventura politica, la quale fu scongiurata per la morte del papa Gregorio, che lasciava le terre, soggette alla teocratica signoria, bagnate di lagrime e di sangue, e scendeva nell’eterno tramonto del sepolcro ravvolto nelle nere pagine della storia.

Sorgeva raggiante di luce il papa Pio IX, che esordiva il suo regno con l’amnistia ai politici, e con la manifestazione di sentimenti liberali, che più