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giammarioli avv. felice |
Il Giammariuoli si scontrò più volte co’ propri nemici, i quali mandavano provocazioni al suo indirizzo, e poiché egli in passando per via udiva una sera mormorare parole contro il Re e le istituzioni liberali, nel prenderne difesa, fu costretto reagire, e li disperse. — Però avevano giurato la morte di lui, ed in altra sera nel caffè, che usava di frequente, il Giammarioli, d’onde era da brevi istanti uscito, veniva proditoriamente ucciso un onesto e buon giovane di sensi liberali, tal Guidotti, che con il Giammarioli avevano scambiato. — Tanta nequizia e tanta viltà no non poteva essere in petto di schietti republicani. — Eglino non crediamo sariansi macchiati dell’assassinio e del tradimento. —
Felice Giammarioli trasferivasi di poi in Milano a far prattica di avvocato. — E pur quivi saliva in reputazione distinta per le belle doti della mente e del cuore, ed era onorato siccome emigrato del decreto di cittadinanza e di suddito italiano. — La stima e l’affetto egli seppe subitamente aversi di tutti coloro, che lo conobbero, e la sua amicizia era caramente desiderata. — Apparteneva alla Società democratica, nella quale era accolto con particolare considerazione, ed in occasione che egli quivi pronunciò discorsi patriottici, fu applauditissimo e lodato. — Di carattere integro, d’animo gentile, di maniere cortesi accolse in Milano anche molti emigrati di Frascati, che per provato patriottismo conosceva, e a loro la di lui dimora fu sempre aperta, ed apprestò sussidi, e fece tutto quel bene, che poteva, anche a costo di sacrifici e di privazioni. —
Innanzi alla Corte d’Appello di Brescia conseguì egli il titolo di avvocato, e nel decreto di abilitazione era fatto onore alla distinta di lui capacità, e all’eletto ingegno. —
Non tralascieremo poi dal far menzione come il Giammarioli, allorquando era in Milano a fare prattica di avvocatura, si ritraesse nella villa Merate Brianza, ove passava la stagione invernale ed anche una parte dell’estate, e nel mentre si occupava degli studi, la vita ritirata e modesta eragli anco cagione di economico profitto, il che rivela quanto egli fosse di già aggiustato eziandio nel modo di vivere. —
Noi lo vediamo poscia correre volontario sotto le armi, e far la campagna del 1866 dispiegando tutto il valore di un italiano. — E quando, correndo l’anno 1867, gli esuli romani e tutti i patriotti d’Italia, anelando Roma, vagheggiavano una nobile insurrezione, egli pure s’adoperò, e con quel Mattia Montecchi, patriota d’onorata memoria, stette nel Sotto-Comitato di azione e quivi spiegò tutta sua sollecitudine ed operosità, perchè le cose della patria alla meta desiderata giungessero. — Fu anche nel Comitato di beneficenza