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berardi comm. filippo |
il Ministero degli affari interni veniva assunto al delicato officio amministrativo, nel quale emergeva per zelo, per ingegno, per cognizioni, e per assidua sollecitudine, e la sua opera era utilissima, quando la guerra della invidia e della malignità, che purtroppo accade sovente tra gli uomini, il fece declinare dall’onorevole officio, e per ragioni, che vanamente qui sariano a dirsi, nobilmente ritraevasi da persone, che egli riconobbe nemiche.
Resosi per tal modo indipendente, a più utile e più solenne meta, a più grandi opere si diè di tutta lena. — E di vero, noi lo vediamo promuovere egli la intrapresa della costruzione della ferrovia da Roma al confine napopoletano, e traversando innumerevoli difficoltà, ostacoli, che credevansi insormontabili, e tutto mettendo in effetto il valore dell’ingegno, e la potenza della sua energica operosità, al desiderato fine giungeva. E poichè voleva che la ferrovia traversasse anche la città di Ceccano, chiamati a consiglio i propri concittadini, otteneva che alla espropriazione si devenisse di subito, accettando gli obblighi della Società e della legge, e ad agevolare il consentimento di tutti esempio unico più che raro, compensavali anche largamente del proprio. Pertanto, a dimostrare con quanta attività egli operasse, giovi notare come i primi venti chilometri della Ferrovia Roma-Ceprano, fossero, sua mercè, costrutti nel brevissimo tempo di appena sessanta giorni da Ferentino a Pofi.
Ma i miracoli della sua grande operosità, della sua alta intelligenza, del suo amore ad ogni cosa che arrechi il pubblico bene, che apporti vantaggio comune, noi li veliamo anche allora che egli, esponendo le proprie fortune, concorre con altri capitalisti alla costruzione, senza garanzia governativa, della linea da Civitavecchia al Chiarone, e autista giungenti capitali di fronte alla difficoltosissima posizione economica, in cui trovavasi la Società delle Ferrovie Romane, e quel che più s’accinge alla grandiosa intrapresa della costruzione della Stazione di Roma, la quale è riuscita la più vasta di quante ve ne hanno in Italia, e degna della eterna città.
Ed avvegnachè fosse ancora incompleta, fu per il suo ingegno che potè fare un servizio alle difficoltosissime esigenze del trasporto della Capitale.
Per tutto ciò il Berardi s acquistò non solo sempre più distinta e chiara, nominanza, ma fu riconosciuto nell’ardue imprese il più potente ausiliare, e il distruggitore di ogni difficoltà, onde venne nominato e confermato quale agente generale della Società, senza che egli per siffatto incarico accettasse