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bennicelli conte filippo

una modesta fortuna giungere semprepiù a ricchezza o ad onore, e la propria famiglia situare in un sereno splendore sociale. E di questi ò l’egregio Consigliere Provinciale Conte Filippo Bennicelli, di cui oggi esprimiamo in queste pagine la vita.

Nell’anno 1814 nasceva egli in Roma da onorata famiglia. Insin da fanciullo dimostrò un ingegno e una intelligenza rarissima, e crescendo negli anni si sentì inclinato alla vita commerciale. Di fatti fu vago di istruirsi nelle economiche ed amministrative discipline, e di per se stesso si diò al applicarsi alle medesime, e tutto ponendo in opra la sua volontà, riuscì ad avviare le sue modeste fortune a prosperità e a grandezza, e desideroso di vedere un giorno sè medesimo e la propria famiglia in una bolla posizione sociale, a ciò intese sempre di tutta lena, e alla sua volontà, alla sua onestà, alla sua energica operosità debbo se il voto del suo cuore, se la sua aspirazione vide compiuta. E per fermo seppe egli così avvantaggiare il suo patrimonio, che oggi è uno dei più ricchi proprietari, dei maggiori contribuenti di Roma e della provincia.

Dopo avere perduto una consorte carissima, che fu una gentil donna della famiglia Garettieri, e averlo fatto padre della figliuola Giacinta, che oggi è una giovane ornata di ogni più bella virtù, disposavasi egli ad Emilia figlia del generale Barbieri, che fu veramente un angiolo di bontà e di bellezza, la quale lo fece padre di più figliuoli.

Le virtù di quella donna, i pregi più eletti, ond’era fornita, valsero a sostener sempre meglio il di lei consorte nel giungere alla meta che si era prefissa, cioè d’innalzare non solo nella agiatezza la propria famiglia, ma di vederla onorata e accettevole iu ogni grado della società. E quella sposa affettuosa, quella madre dei figli amorosissima sapeva circondarsi di una luce così bella e gentile, che era l’ammirazione di chiunque la conobbe, e riscuoteva la estimazione distinta in ogni classe sociale. Ma questa adorabile donna, che era il sorriso e la benedizione della famiglia, fu da morte immaturamente strappata alle braccia di affettuoso marito, all’amplesso di figli carissimi, che ne ricordano sempre con infinito dolore la dipartenza estrema, nè v’ha rimedio a sanare l’acerba trafittura, che ha lasciato quella morte nel cuore di loro.

Filippo Bennicelli s’era intanto guadagnato nome chiarissimo di abile amministratore, di uomo valente nelle economiche discipline, epperò noi lo ve-