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alessandro avv. bencivenga-barbaro

Soggiacendo Roma alla signoria teocratica era il Bencivenga di continuo dalla polizia papale tenuto in vista. — E non solo con vessazioni molestato, ma fa anco a perquisizioni sottoposto e nel 1852, dappresso sequestro di carte, che si credevano compromittenti, fu sostenuto due mesi in carcere, e di poi soggetto alla sorveglianza politica, ond’era costretto a subire nella notte frequentissime le visite del gendarme. Fu d’uopo perciò che il Bencivenga usasse di tutta la circospezione per non cadere in sventure gravissime, non cessando peraltro dal concorrere come patriotta in tutto ciò che conduceva ad affrettare il compimento del voto dei secoli — la liberazione d’Italia e di Roma. —

Noi non descriveremo qui l’esultanza del popolo romano appena il raggio della’libertà vide risplendere sulla terra in tetra caligine per lungo secolo ravvolta, diremo sì bene come Roma si diè pensiero di comporre sua fortuna iscegliendo uomini, che i suoi interessi morali, civili, materiali e politici curassero. — Noi non esporremo se in ciò riuscì sino ad ora e se n’ebbe buona ventura, affermeremo peraltro che quei cittadini, i quali furono destinati al consiglio della romana provincia seppero la provinciale amministrazione comporre, ed è oggi nella più. prospera vita. — E tra quei cittadini fu eletto anche il Bencivenga, il quale con il corredo delle sue cognizioni, chè anche nelle economiche discipline è versato, ha saputo e sà certamente cooperare al felice proseguimento di quell’amministrazione, cui se con pari armonia rispondessero e quella municipale e quella governativa, per verità in più floride fortune si troverebbe oggi Italia, e il popolo assai più soddisfatto.

Il Bencivenga non appena fu eletto Consigliere era onorato della nomina di Segretario del Provinciale Consiglio, officio a cui intende con grande cura. —

Fu giudice nel Tribunale di appello innanzi che s’istituisse la Corte di appello secondo le nuove leggi, e l’alto ufficio sostenne con isplendida lode.

Egli è uno dei quindici giureconsulti componenti il Consiglio d’ordine tra gli avvocati.

È membro di molte commissioni, e di talune è anche Presidente, e dappertutto lascia le traccie di quel nome distinto, di quella eletta reputazione, che si è guadagnata con le più belle virtù della mente e del cuore, con la instancabile sua operosità, con la vastità delle sue cognizioni. —

Noi dicemmo già come egli sia uno dei più dotti giureconsulti, accennammo come egli fosse studioso di materie storiche ed archeologiche, e della italiana letteratura, cultore diligentissimo, e riferimmo come il suo petto ardente d’amore patrio si disfogasse in liberi canti. — Ora aggiungeremo come egli fu uno dei più diletti ed onorati discepoli del Prof. Luigi Maria Rezzi, che alzò fama illustre d’uomo dottissimo e di letterato insigne,