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troiani cav. giuseppe

grandi sventurati onorava pure la casa dei reali di Napoli, specialmente per essere stato guardia nobile del re Ferdinando II.

Le credenze politiche e religiose, quantunque regolate dalla più dilicata prudenza, non impedirono però che Giuseppe Troiani attendesse a tutte quelle opere che ogni cittadino, quando abbia un animo al bene inclinato, può fare nel miglioramento anzi della società, chè gran parte dell’ordine e della pubblica tranquillità riposa appunto sul migliore ordinamento economico delle singolo classi. Una delle ottime istituzioni del nostro secolo parve al Troiani che quella fosse degli Asili d’infanzia, e perchè provvedevano ad un bisogno gravissimo nelle famiglie povere che strette dal bisogno del lavoro non potevano attendere alle prime cure dei loro figli, e perchè venivasi così preparando al bene i genitori con la riconoscenza, i figli con la prima educazione. Nel 1866 il Troiani davasi quindi con molto impegno a questa istituzione, e fu segretario di direzione della Società, che anzi assicurasi a lui doversi che gli Asili d’infanzia si siano retti in Roma, dove non trovavano nel governo il favore che si sarebbe voluto.

E dallo impiegarsi e dedicarsi con zelo instancabile, parve attingesse forza per superare altri ostacoli che gli si elevavano dinnanzi alla idea di una sempre proficua istituzione. - Era generale lamento che nello Stato pontificio la scienza economica poco procedesse; che nella pratica poi i cittadini si partissero in due categorie, traendosi in ciascheduna la vita dell’oggi, senza riguardo a ciò che avveniva al di là della barriera doganale, od un riflesso all’avvenire. - Questo stato potevasi in parte attribuire al buon vivere che dispensava i cittadini dallo lambicarsi il cervello per la dimane; le famiglie principesche tuttoché lasciassero il più di loro terre in maggese possedevano tanto da ecclissare per ricchezza e splendore qualunque corte europea; il medio ceto viveva agiatamente o dell’arte o del commercio che portavano con la venuta d’innumerevoli forastieri grossissimi guadagni, o se servi della gleba passavano contenti nella dipendenza di umani e poco esigenti padroni gli anni, che adesso non bastano con fortissimi stenti a provvedere del necessario. - Ciò nulla meno il Troiani pensò ancora alla agricoltura unendosi al conte Guido di Carpegna per istudiare e provvedere i mezzi di un serio miglioramento. - L’inazione in mezzo ai più grandi rivolgimenti politici; quella vita fredda e pressoché muta mentre tanta parte eletta di cittadini passava audace dalle congreghe di cospirazione alle venture delle battaglie; quel passato ricordo senza emozioni sulla reale casa di Napoli per la quale ogni dì più si andavano ingigantendo le probabilità di un perpetuo esilio, l’indebolimento quotidiano della Santa Sede stretta in ogni parte dalla rivoluzione; tutto ciò induceva forse il Troiani a procurarsi anche fuori della politica, anche lontano dal turbinio delle idee che mutarono faccia all’Italia, una occupazione di mente e di cuore che lo persuadesse trovarsi fra i viventi. - Vagheggiò quindi un vasto miglioramento agricolo, per ciò con il Carpegna adoperossi alla istituzione di