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silenzi dott. cav. giovanni

leggi commerciali disaminando il Codice di Commercio. — E qui cade opportuno il far menzione come non solo alcuna cosa medica in quel tempo pubblicasse, ma sì anco desse alla luce un opuscolo riguardante materia economica intitolato: Del sistema della Tariffa annonaria del pane in Roma, il quale opuscolo (di opportunità) stigmatizzando il sistema protezionista del passato governo e gli uomini che ne erano vergognosamente esecutori, fu anonimamente fatto stampare in Firenze e quindi diramato nascostamente in Roma produsse la desiderata rivoluzione in quella materia, ravvisando la giustizia, e la verità delle massime nell’opuscolo sviluppate con profonda cognizione di economia, e con i criteri di una consumata esperienza commerciale. — Fu riconosciuto l’autore di quell’opuscolo ed il Silenzi salì in più bella reputazione, e si fece sempre più strada presso uomini di grande intelligenza, e di stima elevata. Per modo che nell’anno 1868 era chiamato alla Camera Commerciale nella qualità di Consigliere e poscia nominato al posto di giudice del Tribunale di Commercio reso vacante dalla morte del Presidente Giuseppe Grifò. E in questo ufficio fu riconfermato nell’anno 1869, chò i meriti del Silenzi essendo da tutti apprezzati, ad unanimi voti si volle della magistratura investito. — Nel 1870 era nominato Presidente nell’istesso Tribunale. Avvenute le nuove elezioni dei Consiglieri della Camera Commerciale uscì eletto per primo. — Il caduto regime non accettò questa elezione, chè gli uomini di merito illustre, e di sentimenti liberali ebbero purtroppo ad essere avversati sempre. — Quindi rassegnò alla Camera le dimissioni da Presidente del Tribunale. — La Camera fece allora intendere che avrebbe dato lo proprie dimissioni in massa se la elezione del Silenzi non fosse dal Governo sanzionata, per il che il Principe D. Marcantonio Borghese Presidente della Camera fu incaricato di farne relazione. Difatti la elezione venne confermata, e l’ufficio di Presidente riassunse.

Sorgeva il 20 settembre 1870 e dai sette colli l’aura spirava della novella libertà. — Roma era finalmente di fatto la Capitale d’Italia.

Avvenimento solenne, glorioso, coronava il nazionale edificio. — Al nome del Papa Pio IX succedeva nel temporale dominio quello del Re Vittorio Emanuele. — E in nome di Vittorio Emanuele II Re d’Italia il Silenzi, come Presidente, nel Tribunale di Commercio pronunziava la prima sentenza; — e il primo indirizzo di felicitazione, che da Roma fu spedito al Governo italiano partiva dalla Camera Commerciale, di cui il Silenzi pur facea parte, ed esultava nell’animo con tutti gl’italiani avendo fede nell’avvenire felice della Nazione.

I propri concittadini conoscendo le preclare virtù del Silenzi, alle prime elezioni lo mandarono Consigliere in Campidoglio, e il Comunale Consiglio di poi lo eleggeva fra gli assessori, cui affidava l’uffizio di Sanità. Ma avendo nel