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silenzi dott. cav. giovanni |
il mio Cicerone „ e del locale e dello stato degli infermi, dal medesimo accompagnato, volle prendere esatta notizia. —
Socio nell’istituto di Mutuo-Soccorso fra. Medici e Chirurghi, sostenne uffizi amministrativi, e per due anni disimpegnò la carica di Segretario con soddisfazione di tutti, e fu obbligato rinunciare, perocchè eragli manchevole il tempo per dedicarsi ad altre occupazioni, specialmente sanitarie.
E tanta è la estimazione procacciatasi dal Silenzi, che lo vollero eletto Medico in più Ospedali privati e nelle perizie fiscali assunto a dare suoi giudizi.
Però non mancarono a lui trafitture e persecuzioni, chè le autorità del caduto governo non ostante gli avesser promesso dargli prova di riconoscenza per i servigi prestati nella fatale circostanza del morbo colerico, pur gli vietarono di concorrere per difetto di forma al posto di Medico Primario negli Ospedali, e di poi era posposto in un concorso di cattedra alla Università, che sol per prova potea ottenersi, e vide la forza prepotente dell’intrigo o della protezione trionfare. Ben si spiegavano queste avversioni al Silenzi, perocchè egli cittadino benemerito si dimostrò nei fatti politici di Roma e l’amore del proprio paese e il bene de’ suoi concittadini ebbe sempre in cima del pensiero e del cuore. — Quindi l’anima sua gentilissima crucciossi dal vedere compagni di studio ed amici carissimi allontanati in esiglio, e dall’odio di un governo reazionario perseguitati.
Il perchè vagheggiò pur egli andare emigrato in terra straniera, e la Germania fu il punto desiderato fino a che si fossero fatti maturi i destini d’Italia. — Allo studio pertanto della inglese e della tedesca favella si applicò, ma ai suoi divisamenti si frapposero disavventure domestiche, imperciocchè veniagli a mancare una madre carissima, che amò dopo Dio prima, e fu veramente l’angiolo della famiglia; e indi a non guari il proprio genitore era colpito di apoplessia, che lo rendeva impedito agli usati uffici della vita, onde di tutta la assistenza di tutte le cure ebbe d’uopo. — Ciò accadeva nel febbrajo dell’anno 1854, e allora il Silenzi prese il partito di mettersi in sulla via commerciale, e di attendere al prosperamento dei propri interessi. — Se non che a consolazione di se, e a sostegno migliore dell’infermo suo padre, si decise di torre moglie e fece sua sposa la egregia donna Virginia Lang romana, ornata di elette virtù, la quale lo ha fatto padre di sei figliuoli, Tito, Eugenio, Silvio, Aurelia, Clelia e Cesare, tutti viventi, che ama d’amor tenerissimo e intende a educarli in tutte le migliori discipline. —
Nel mentre a un tempo non tralasciava egli di seguire i progressi della scienza medica in tutte le parti dello scibile, avea pur cura precipua approfondirsi nello studio di Economia Politica, e prendere cognizione delle