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rosa commend. pietro

e l’imperatore Napoleone fatto acquisto degli orti Farnesi, volle affidata al Rosa la cura dello scuoprimento di quegli avanzi gloriosi. —

E come tale incarico, che accettava nello interesse della scienza, e ad onore del proprio paese, abbia egli adempiuto, non v’ha d’uopo che sia iu questa biografica memoria sviluppato, imperocchè qualunque italiano, o straniero convenga in Roma, con il più solenne commovimento dell’anima egli si reca a visitare quelle escavazioni, che per opera del Rosa, hanno discoperto monumenti e memorie, tanto che non più nella presente età, ma par di trovarsi ne’remoti secoli e vivere con gli antichi di Roma. — E di vero agli studiosi della romana istoria, agli uomini cui diletta nelle antiche memorie con fascino irresistibile inabissare la loro mente, e la vita dell’oggi trasformare in quella dei secoli, che sovra la perpetua ruota del tempo trapassarono; coloro che vogliono sul suolo eterno di Roma veder redivivere Cicerone e udirne la faconda e sovrumana parola, queglino che anelano tutti vedere i grandi romani che e nell’ingegno si distinsero, e nell’opere della guerra, tengan dietro ai discoprimenti antichi operati dal Rosa, ed il miracolo più grande, che nei nostri tempi compievasi, apparirà ai loro sguardi — il diseppellimento dalla nera e muta oblivione dei secoli che s’inseguono, e la risurrezione della vita antica. — Scendano nei sotterranei, percorrino le ampie contrade, s’arrestino dinanzi a monumenti, interroghino le ceneri, leggano gli sculti caratteri, fissino le ritrovate immagini, meditino sulle auguste sebbene corrose sembianze, tutto tutto osservino il suolo romano ove passò la mente e la mano discovritrice del Rosa, e la Roma guerriera, la Roma legislativa, la Roma maestra di civiltà e di sapienza, la Roma dominatrice del mondo si mostra in tutta la sua prisca bellezza, in tutta la sua vetusta grandezza, e i nostri padri si affacciano dalla eternità e con loro parliamo un linguaggio, che discorre nell’anima, e tutti i grandi antichi che nella città eterna vissero e morirono noi salutiamo con venerazione solenne, e da quelle memorie si solleva una fede santissima che Roma sarà perpetuamente serbata a grandi destini, e che da Roma soltanto sarà per sorgere la luce della felicità alla nazione. —

Il 20 Settembre 1870 segnava la redenzione di Roma. Soppresso il Commissariato delle antichità venne istituita la R. sopraintendenza agli scavi e monumenti a seconda delle altre provincie d’Italia, non comportando il nuovo regime che le glorie avite dei padri nostri, le quali c’insegnarono la via del progresso e della libertà, restassero più a lungo sepolte nella oblivione e nell’abbandono, siccome le tenne sempre il teocratico dominio.

All’onore di tal carica venne il Rosa prescelto e con quanto impegno con quanta virtù di sapere lo scopo ne raggiunse parlano aperto agli occhi