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rosa commend. pietro

felice, alle belle doti dell’animo, congiunse profondità di studi di archeologia, per i quali Roma e Italia devono sapergliene grado. —

Nel 10 novembre 1810 sortiva egli i natali in Roma, e basta allo splendore della sua famiglia, accennare essere discendente da quell’illustre letterato, che fu Salvator Rosa, il quale con la penna intinta nel nobile e acre inchiostro della satira, seppe, a dirla con Dante, pungere a guajo, e inalzarsi sopra la comune schiera del volgo. — La Nazione lo ha notato siccome una delle sue più belle glorio letterarie. —

Luigi padre di Pietro fu uomo onestissimo e d’integro carattere, e il delicato ufficio sostenne di Ispettore generale della Tesoreria romana. — A lui piacque educare il proprio figlio in tutte quelle elette virtù, che conducono a comporre la mente ed il cuore dell’uomo. — E Pietro Rosa che sino da fanciullo dimostrò svegliatezza d’intelligenza, felicità d’ingegno, e volontà fortissima di apprendere, si diede a coltivare gli studi, e negli anni crescendo, sentì desiderio grandissimo di applicarsi alla ingegneria, ed ebbe sempre inclinazione ad imparare l’arte del disegno. — E in tali studi di fatti così progredì che meritò la lode dei più distinti maestri, e nell’Accademia di S. Luca, dove ebbe a perfezionarsi nell’arte del disegno, stanno tuttora le molte sue opere e i suoi pregiati lavori, che messi al concorso, s’ebbero l’onore del premio. —

E poichè bellissimo già suonava il suo nome, così a quell’insigne uomo che fu il Canina, fu grata cosa averlo al suo studio, e destinarlo quindi siccome suo ajutante nella trattazione degli affari presso la famiglia del Principe Borghese, la quale poscia apprezzando maggiormente le virtù del Rosa, lo eleggeva suo architetto, e direttore dei musei e delle gallorie, che tutte riordinò nelle più esatte collezioni, che divise per epoche. — E mentre a siffatte cure attendeva e nei prediletti studi si esercitava, salito al trono pontificale il papa Pio IX, che era salutato messia dell’Italia, volgendo l’anno 1847, propostasi l’istituzione della guardia civica, era il Rosa ad iniziativa del Principe Borghese incaricato della formazione del Battaglione di Guardia civica del rione Campo Marzio, che sulla piazza del popolo nel giorno 8 settembre di quello stesso anno faceva gli onori al papa Pio IX, che era fatto sogno alle più grandi dimostrazioni piene di affetto, perocchè le genti italiane lo riguardavano già siccome il vero sacerdote della Chiesa, e padre della patria, cui avrebbe apportato nazionalità e indipendenza. — Ma gli avvenimenti del 1848-49 portarono le più amare disillusioni, ed il Papato perdeva la divina aureola, che tutto lo irraggiava dopochè abbandonava la santa crociata, che aveva mossa alla liberazione d’Italia. E poichè il Rosa, alloraquando la Romana Repubblica alla difesa di Roma contro l’armata di Francia si preparò, fu incaricato di molti lavori di fortificazione, ebbe