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renazzi cav. emidio

rato per le antichità, e nella brama vivace troppo di rendere più bello il moderno, non vorremo muovergliene censura, poiché nell’ufficio suo diveniva impossibile l’una dall’altra cosa disgiungere, e per promuovere il benessere materiale offerendo buone abitazioni su vie spaziose, conveniva di necessità passare con rispetto dinnanzi ai monumenti, gli antichi preservando dalle ingiurie degli uomini e del tempo, i secondi di maggior decoro circondando. - Che se errore in ciò vi potè essere, e se strano parve che studio e denaro e tempo si gittasse senza soddisfacenti risultati per qualche grandioso progetto, fallito prima che attuato, vi stanno poi a compenso altre opere conunendevoli, delle quali non ultima merita ricordanza il Pincio. - Il Renazzi riconobbe che il Pincio di Roma poco lasciava invidiare alle più leggiadre località da esso visitate, poiché se altrove la vastità e la leggiadria possono opporsi a questo monte, esso qui elevasi bello ma di quel bello che attrae ed incanta, e lo rende uno dei punti più interessanti di Roma. Papa Pio VII, nello ritornarsene in Vaticano, dopo la prigionia e le somme ingiurie patite, nello affidare al celebre architetto Valadier l’incarico di ridurre il Pincio ad ameno ritrovo e passeggio, certo non previde che prima dello spirare del secolo, sovra questo monte godrebbero dell’opera sua coloro che in ogni guisa si adoperarono per la caduta della temporale signoria dei Sommi Pontefici. È dal Pincio, dove la Roma antica, mitica, indefinibile ed indefinita vi si distende dinanzi come un fantasma di luce: il cumulo delle sue memorie, l’imponenza delle sue grandezze, si serrano e rammucchiano, sorgono, e mostrano venticinque secoli che pare l’un l’altro si guardino, quasi meravigliati della loro storia comune. - Il Renazzi riconobbe questa grandezza, e pensò a migliorarlo, ed a meglio renderlo caro per ogni ordine di cittadini e per ogni età. - Quando avrà compita l’opera nel piano regolatore, dal Pincio potrà il Renazzi contemplare il molto che ha fatto e ripetersi senza tema di smentita «ho amato Roma, e la ho con opera di buon cittadino onorata.»







Roma 1873. Tip. Caggiani, Santini e C.