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renazzi cav. emidio |
i cadaveri di 60 mila giudei; i padri della Chiesa ed i cenobiti, gli eretici ed i vescovi nei Concili ecumenici, Maometto ed i greci imperatori, i Crociati ed il leone di san Marco, la Mezzaluna, la barbarie, il paradiso epicureo. - Sei mesi passò il Renazzi in Oriente, tutto vide, molto ammirò, poco descrisse; e le memorie del suo viaggio sotto il titolo modesto di giornale di un vagabondo, rimangono prive di storico interesse, non commuovono, e perdono fino dalle prime pagine quel carattere solenne che è diritto il chiedere a chiunque visita quei luoghi, e vuole della veduta lasciarne memoria. - Chi ha letto solo Chateaubriand o Lamartine, non può toccare il giornale di un vagabondo, che ne ritrarrebbe sconforto grandissimo. - Il Renazzi è vero che scritte dì per dì quelle memorie che avranno il pregio della più granfio verità, e pubblicatene poche copie per gli amici non ebbe mai intendimento di fare un lavoro soggetto alla critica; ma il libro è stampato, e tutti potrebbero giudicarlo. - Lo scrivere non è la migliore impresa pel Renazzi; il pensiero gocciola quà e là a stento come per fatica stiacciato in un pressoio; lo stile tiene troppo del semplice , perchè confidenziale, casereccio, senza la proprietà della parola e quella leggiadria di forma che fa chiamare bel dire la più comune narrazione. - Nel 1868 ebbe una seconda croce, quella della Corona d’Italia: non crediamo però che gli sia stata elargita per i suoi meriti letterari.
Il bello nelle lettere e nelle arti parve fosse dal Renazzi sentito nello accogliere in sua casa l’eletta di ogni ingegno, sì che nel 1869 e 1870 poteva dirsi che la di lui abitazione fosse una accademia, e fra letterati, scienziati ed artisti, bene accolti ed onorati erano in ispecial modo coloro che nei rivolgimenti d’Italia s’erano acquistati fama di patriottismo. - Nell’ottobre 1870 fece parte della prima commissione municipale, e nel 1871 eletto Consigliere, fu dal Consiglio con voto di alta estimazione messo nell’Assessorato, e creato supremo edile.
Edile! nella Roma che doveva vestirsi a nuovo, perchè scoronata dalla signoria pontificia potesse mostrarsi al mondo ammiratore quale il secolo vuole le città terse e linde di ogni vecchiume, v’era da impensierirsi molto ma da gioire eziandio. Il buon Romeo nel suo cristiano pellegrinaggio in Terra Santa aveva potuto apprendere di molte cose, ed instituire dei raffronti fra nazione e nazione in ordine agli antichi e moderni monumenti, il cristiano principio dal pagano sceverare, lasciare od accrescere nelle chiese la superba poesia dei secoli,e gl’immensi ruderi dell’età della romana repubblica e dei Cesari scovrire se sepolti, riabbellire e rendere meglio imponenti se dissotterrati a gloria dei moderni rivendicatori dell’antica grandezza nelle pietre.
Il Renazzi fornito peraltro di bella mente, ed il sentire avendo educato nei lunghi viaggi e nel conversare co’ più distinti personaggi, conobbe come agli anni che corrono più dell’antico, più di ciò che è bello e che si ammira, si cerchi con avidità il comodo, lo spazioso, il semplice. Il secolo è più prosaico, e lascia il pas-