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ravioli cav. camillo |
Ma nel dì 4 agosto 1872 otteneva la maggior prova di simpatia e fiducia dai propri concittadini con 4512 voti che Io portavano in Campidoglio. E nel Consiglio Comunale di Roma entrato poco parlò, quantunque del morale o materiale progresso della città interessatissimo. Discutendosi nel dì 10 ottobre 1873 il Piano regolatore, il Ravioli non seppe, nè valse più a contenersi: sudavit et alsit come l’uomo di Orazio per apparecchiare uno di quei discorsi detti franciosamente a sensation, che secondo esso avrebbe dovuto produrre un effetto, ma sciaguratamente il destino non lo volle favorito, e la stampa cittadina quale tacque, quale compatendo la vana fatica accennonne i difetti più che i pregi, e quale biasimollo perchè per il troppo culto all’antico i veri ed assoluti bisogni del presente pareva volesse dimenticare.
Idolatreggiare i ruderi che fanno la bella industria di lavoratori, e di ammiratori stranieri, non è da noi, siccome in altre occasioni esponemmo, il censurare; ma non per questo ammettiamo che tutto l’antico deva rompersi sotto la picca dei moderni. - Roma difatti presenta bisogni tali che dovrebbero seriamente preoccupare i Consiglieri comunali, nè permettere che per generale difetto del meglio, anche il bene necessario si trascuri. - Spesso avviene che l’uno il massimo desiderando, il mediocre negliga, e così non raggiungesi per anco il minimo. - Ognuno può stimare lo idee proprie migliori e sostenerle, ma deve ancora metterle a prova sulla bilancia del pubblico interesse, e come su questa rispondono, mettervi più o meno di valore nella cura perchè vengano attuate. - Faccia altrettanto il Ravioli: pesi là la sua scienza archeologica, quà i bisogni di una popolazione; osservi se più a quella la popolazione pensi, od ai mezzi per questi appagare, e vedrà come in Roma più particolarmente che altrove si richiegga dai Consiglieri intelligenza e cuore per apportare quei vantaggi economici che soli danno la soddisfazione per un dato ordinamento. - Ma insino a che avremo campagne incolte, ed emigrazione e malanni igienici; fino a che avremo spostamento d’interessi più che d’ideo, perchè di sovente queste vanno a paro con quelli; fino a che non sarà provveduto a che la famiglia proceda prosperosa, nè lo stato la immiserisca, avremo speciosità di parole ma vanità di fatti, idolatrie di forme ma vuoto assoluto di sostanza.
Ponga dunque il Ravioli a contribuzione la propria esperienza e sarà giudice valido a sostenere ed a conseguire ciò che noi desideriamo - la materiale prosperità, senza cui ogni istituzione cade tristamente con danno degli individui e delle nazioni.
Roma 1873. Tip. Caggiani, Santini & C.