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ravioli cav. camillo

e meglio d’archeologia, ma del tutto riportiamo le parole testuali da una autibiografia, per le quali rilevasi più particolarmente come fino dal 1847 avesse trattato il quesito dell’uso delle ferrovie nei trasporti militari, ed eccole:

«I capitani si porranno a tavolino.... non per trovar miglior modo d’invadere; poiché modo l’avranno facile con lo studio che faranno su poche rotaie di ferro; il che si operò l’anno appresso, quando nella campagna del Veneto Durando si servì della ferrovia come mezzo di guerra, e il Rustow nella «Guerre de 1866 en Allemagne et en Italie, pag. 106» dice: Chacun des partis a le plus grand interêt à enlever à l’autre les avantages que pourrait lui procurer une pareille ligne comme base des opérations. Aussi ces lignes de chemins de fer doivent-elles être l’objets d’attaques sérieuses». Nello stesso anno pubblicò pure nella Locomotiva (n. 16, pag. 123 e seg.) le Riflessioni Strategiche da considerarsi nella costruzione delle strade ferrate negli stati pontificii; in esse a pag. 131 si leggo: La capitale è quella che deve primamente e fortemente coprirsi e difendersi - e questa Capitale era ed è Roma. Nel Contemporaneo (n. 7, 17 novembre 1847) trattò in un lungo articolo dell’Artiglieria da campo a darsi ai Corpi civici in caso di guerra; e nell’aprile 1848 la civica romana e bolognese ebbe la sua artiglieria, che si segnalò a Vicenza. Nel 1S58 pubblicò un Discorso della vita e delle opere del marchese Luigi Marini con dedica (ediz. in folio) alla Memoria di re Carlo Alberto, e ne mandò alcuni esemplari alla R. Militare Accademia di Torino; e il generale Pettinengo, come Governatore di quella, col 14 febbraio 1859, nel fare all’autore i ringraziamenti d’uso, v’aggiunse il ricordo, che il Marini ebbe donato una preziosa raccolta di libri e codici militari all’Accademia suddetta, e che l’opera del Ravioli sarebbe nella stessa sala Mariniana conservata. Nel 1863 dette alle stampe le Notizie sui lavori di architettura militare ecc. dei nove da Sangallo, le quali incontrarono il favore dei dotti. Tra questi il più dotto e il più celebre tra gli architetti, Carlo Promis, di cui l’Italia or piange la morte avvenuta il 20 maggio di quest’anno, parlò di quel lavoro nell’opera - gl'Ingegneri e gli scrittori militari Bolognesi del XV e XVI secolo».

Nel 1863 mosso dal fratello recavasi a Parigi per veder modo di ottenere un compenso dall’imperatore Napoleone sui danni patiti dal padre del Ravioli stesso ch’era stato avvocato e rappresentante la famiglia imperiale negli affari più particolarmente riguardanti la successione di donna Paolina Borghese nata Bonaparte. L’esito non corrispose alla aspettativa, ed il Ravioli ritornossene in Piemonte dove ai legami di parenti, altri ne teneva con gli uomini politici del giorno, sospirando sempre alla sua Roma, nella quale dopo il 20 settembre 1870 calorosamente adoperassi e per la istituzione della Guardia Nazionale, e per l’interno ordinamento, ricevendo tosto il brevetto per la medaglia commemorativa, venendo eletto Consigliere ordinario del Consiglio sanitario provinciale, e finalmente intruppato nella schiera dei cavalieri della corona d’Italia.