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ravioli cav. camillo

vane od interessate, che lo modificano in ragione di tempo e di luogo. - Che il lettore non formi giudizi temerari credendo che a Tizio od a Caio intendiamo applicare il fin qui scritto: nè, lo dichiariamo franchi; lasciammo correr libera la penna poichè provavamo il bisogno di dire alcune verità che ci serrano il collo; e detto ciò scriviamo di Camillo Ravioli, che insino a qui tenne alzata la portiera per lasciarci entrare a discorrere.

Camillo, Luigi, Michele Ravioli - tre nomi ed una persona sola - nasceva in Roma nel dì 4 Dicembre 1818. - Vanta una origine antica ed illustre per parentela paterna con i Rovero d’Asti, e con i marchesi Marini per parte di madre.

Il Ravioli è buon cristiano, e rammenta sempre con santa affezione di gioia il dì 11 Luglio 1826 quando il principe Girolamo Bonaparte rappresentato dal conte Pompeo Azzolini di Fermo, gli fu padrino nel sagramento della Cresima. - Ebbe ad istitutore il sacerdote don Cristoforo Rossini, ma dopo le noie delle grammatiche lo si voleva dal padre avviato negli studi di filosofia e medicina, quando rimasto orfano, per cura dello zio Marini ammesso presso l’ingegnere Paolo Provinciali, comandante il Gonio militare romano, dodicossi tutto all’arte architettonica, quindi passato nelle scuole militari di castel sant’Angolo fu inscritto nel 1839 quale foriere in una compagnia di Pionieri del Genio, e poi noi comando del Corpo. Nel 1840, nominato segretario di Stato maggiore per la spedizione in Egitto con incarico di visitare i monumenti, complire il viceré Mehemet-Alì, e caricare gli alabastri regalati a papa Gregorio XVI, passava in Oriente, e nel ritorno vedevasi fregiato della medaglia d’oro benemerenti, rammentata dal Moroni alla parola Egitto nel suo Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica. - Non seguiremo il Ravioli nei molti lavori compiuti, nelle varie missioni avute, nei gradi e cariche occupate, nelle relazioni strette con persone ragguardevolissime per lignaggio e per sociale posizione, chè mano mano ci condurebbero alla solita pagina dell’epopea del 1848, nella quale occupò il Ravioli buona parte con i combattimenti nel Veneto, con la strenua difesa di Vicenza, e finalmente con la resistenza di Roma.

Ciò che torna a grande onore del Ravioli si è, che dopo cessata la guerra nel 1849 dovette darsi a fare il maestro di lingua specialmente ad inglesi che venivano a svernare in Roma, e ciò per procurarsi con il lavoro le soddisfazioni ai bisogni della vita, che altri avendo meno fatto e più assai guadagnato non trovavano necessario. - E nel quieto vivere dello studio e del lavoro scampò per vario tempo le molestie nelle quali era facile cadere sotto una polizia vigilante e sospettosa appresso alla restaurazione, ma la stretta amicizia contratta con il Lipari guadagnogli il carcere prima, poi il bando. - Studioso ma senza genio, scrittore ma senza eleganza, erudito ma senza molto elevarsi pubblicò parecchi lavori, i quali fra i contemporanei gli meritarono pure elogi siccome ad uomo che sapeva distinguersi nella grande schiera di quanti vivono la vita accidentale del giorno. Scrisse sull’arte civile e militare,