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poggioli pietro

E a noi occorrendo in questi biografici ricordi discorrere di uomini, che dierono prora di patrio amore, che la loro opera si mantiene utile a vantaggio del proprio paese, a pro de’ propri fratelli, ci sentiamo aprire il cuore alla speranza di più bello avvenire, di più splendidi e gloriosi destini per la patria. —

E oggi di Pietro Poggioli tenendo proposito in queste pagine di biografia, ci è soddisfacevole poterlo presentare, siccome italiano altamente liberale, siccome cittadino per la sua opera utilissimo. —

In Roma nell’anno 1824, aveva egli vita da onorati parenti, quali furono Serafino Poggioli e Catterina Folchi. —

Suo padre uomo che all’onestà congiunse operosità grandissima, si esercitò nelle negoziazioni di campagna, ed il figlio desiderò di educare negli studi, e di farlo un giorno buono ed utile cittadino. —

E Pietro Poggioli di vero, ad istudiare si diè con ispeciale amore nel Collegio Romano presso i gesuiti, ove con profitto compì il corso dei primi studi, nè rimase sopraffatto dalle nere mene gesuitiche, che volevano la mente ed il cuore del fanciullo ravvolgere in fosche nubi, onde nè in altezza d’ingegno venisse, nè per la patria sentisse mai amore. Sentì il Poggioli sin dai primi anni della sua età, istintivamente nel petto accendersi il patrio affetto, e la voce della storia dicendogli le grandi sventure d’Italia, e la parola elettrica dei più ardenti patriotti correndo nella sua anima, crebbe nella schiera di coloro che ebbero un culto sincero per la repubblica, e come il migliore dei governi la vagheggiarono sempre, e fu quale faro all’umanità additato dal grande maestro, cui costò il lungo martirio dell’anima, che lo trasse quindi nei riposi del sepolcro, di se lasciando eternità di illustre e compianta memoria. —

Proseguendo il Poggioli negli studi, entrò nella Romana Università, e diè sempre prova d’ingegno robusto, onde in agronomia di poi otteneva la matricola, e si. diè ad esercitare, con successo degno de’ suoi meriti. — Se non che appena sull’orizzonte d’Italia, nel 1848, apparve il segno di guerra, che bandiva allo straniero il capo della Chiesa, il quale oggi sta trincierato nella rinnegazioue di quei santi principi, che il primo tempo del suo pontificato facevano glorioso, appena la squilla s’udì, che invitava a marciare contro i prepotenti, che padroneggiavano sulla altrui terra, il Poggioli arruolossi nella 1.ª Legione Romana, e partì per le patrie battaglie. — E fu desso uno dei prodi ehe più si distinse nei fervori della mischia, nei furori del combattimento, nè mai per un momento scorossi, che anzi noi lo vediamo dopo i fatti di Cornuda, rimanersi in Treviso tra i Corpi Franchi, e prender parte insieme ai valorosi Guidotti e Bassi alle improvvise sortite contro il nemico, e quindi