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biografie dei consiglieri comunali di roma

anche il povero, la bettola sarà spesso più frequentata del caffè aristocratico, le feste saranno clamorose; ma e che per ciò? I Monti di Pietà fanno fede della pubblica prosperità, come gli uffici dei notai e le carceri danno testimonianza di tanti che per crearsi una vita fittizia di godimento, immiseriscono ogni dì più finché la società filantropica offre a loro ultima risorsa un letto allo spedale, od il vitto e l’alloggio nelle prigioni. — L’apparenza inganna, e n’hanno certo colpa gravissima coloro che preposti alla pubblica cosa attendono a tener vivo l’inganno sullo stato vero di una popolazione, e stimano che ogni dovere sia compito perchè fanno belli i luoghi dove oziano i ricchi, e rendono ventilati ed imbiancate le mura degli ospedali e delle carceri dove colanotanti infelici. — I misteri delle soffitte, delle camere modeste, raramente si conoscono; l’occhio dell’uomo che modera la pubblica cosa si posa all’esteriore: il pubblico ride e folleggia, dunque è contento, e se ò contento è prova che non ha o non sente i bisogni. Così dai più si ragiona, e perciò si trascurano quei provvedimenti sostanziali che dovrebbero recare il vero bene ai poveri, e tutti migliorare nella vita morale e materiale. Il nobile, il ricco che non ha faccenda se non con il ministro di casa per ritirare senza un pensiero al mondo ciò che gli occorre per i quotidiani piaceri, questi non può conoscere nè dove si trovino realmente i bisogni, nè con quale intensità gravitino, nè se naturali come vadino soddisfatti, se fittizi ’come vadino moderati.

La rivoluzione francese del 1879 ha abbattuto la nobiltà, ma ha innalzato la borghesia, e questa a sua volta è divenuta altera e boriosa come quella: la nobiltà presentava una giustizia a modo proprio per diritto ereditario, la borghesia amministra a modo proprio la giustizia per diritto acquisito nell’uso sociale e nei posti che tiene: la prima era fiera ma aveva la generosità del sangue, la seconda è violenta, e per tema di perdere i diritti di recente data si accerchia nell’egoismo; quella poteva camminare o cedere alle esigenze del progresso, questa vi resiste tenacemente e lo vuole a sè soggetto: chi intanto ne va di mezzo è la massa che brulica nel fondo, che vegeta come pianta parassita perchè non potendo sviluppare la propria vita lavorando, vive consumando; quindi il disordine e lo squilibrio perenne fra produttoori e consumatori.

Noi scrivendo di un popolano non intendiamo cogliere la circostanza per levar bizza contro la borghesia: no, ma desideriamo rilevare il male che ancora esiste nelle costituzioni, perchè possano tutti aver presente che la vera nobiltà ha un valore, che la classe diseredata è una materia, e che la borghesia come è oggi non è nè moderazione della prima, nè benefizio della seconda.