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pianciani conte luigi

ambizioso un nome, e fare scopo di ridicola passione ciò che in altri avrebbe valso ad eccitamento di un forte sentire; tale essendo la condizione del secolo nostro, che le nullità amano rigonfiarsi e si fanno chiamar grandi se il vento degli stolti le pallonzola alquanto, mentre chi ha vero merito per mente e per cuore deve il più spesso vivere all’oscuro, disdegnando il contatto con le prime.

Ma da tali pericoli possiamo tenerci immuni, dacché degli uomini in Campidoglio non delle loro famiglie ci siamo proposti di scrivere. E ben facemmo, chè storia spiacentissima di contraddizioni veniamo così ad evitare; perchè di sovente accade che chi sorse con la libertà, questa postergando, fautore caldissimo divenga di potere assoluto; e chi ebbe vita nel guelfismo, per amore di novità, non per convincimento, qualche volta per interesse siasi fatto ghibellino, pronto a ritornar guelfo alla prima favorevole occasione. Misteri, potrebbero questi chiamarsi del cuore umano, se per essere troppo comuni dir non si dovessero condizioni di natura.



Havvi un’epoca nella storia d’Italia bellissima e gloriosa più che altra mai; l’epoca dei Comuni. Di sotto alla maggiore oppressione del feudalismo, i vescovi ed i conti s’erano andati elevando. in potere, padroneggiando nelle terre fortificate, ma a poco a poco Sotto l’impero le città impresero a fare da sé, il cittadino divenne soldato, e la propria forza sulla debolezza dei vescovi e dei conti costituendo, poterono le città medesime allargar le proprie franchigie, si restrinse l’idea di patria, perchè limitata alla cerchia della torre natia, ma brillò la splendida libertà del Municipio.

In questa epoca parlasi della famiglia Pianciani di Spoleto; e che due sieno stati senatori di Roma parteggiando pei ghibellini, che un altro dal Barbarossa abbia avuti incarichi dilicati, ne discorre il Leo con altri storici. - Di ciò solo volemmo dar cenno, come a ricordo che nella famiglia Pianciani le tradizioni liberali dovrebbero essere vivissime, se la origine in buona epoca per alcun che potesse influire.

Pianciani conte Luigi, nacque in Roma nell’agosto del 1810. Giovane ancora, compìti gli studi legali, pe’ quali aveva mostrato particolare inclinazione, ottenne la laurea, e poco appresso ebbe nomina di avvocato nel Tribunale della Rota. Negli ultimi anni del pontificato pare a Gregorio XVI poco piacesse che il Pianciani si facesse gratuito difensore di loro che come ribelli alle leggi dello Stato doveano subire severa condanna, così che nominollo direttore generale delle Dogane, e tosto lo promosse ad Ispettore generale. Strana forma di esprimere i propri divisamenti che si aveva così papa Gregorio! Era una ricompensa per il Pianciani, siccome dottissimo in quella parte d’amministrazione? Era un torsi dinnanzi l’avvocato che pronunziava qualche frase impropria per quel tempo? Il Pianciani lasciò la toga