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mazzoni giuseppe

loro cari, e la terra natale far libera, accompagnato da uomini di lunga prova politica, muoveva alla occupazione di Roma, per porla sul capo d Italia come la più bella e più splendida gemma. — Ma anche allora la prepotenza francese fatta puntello del Papato soffocava con la maggioranza del numero e delle armi la nobile insurrezione, e l’Uomo delle gloriose imprese, pieno di triste dolore, dovette ritirarsi nella diletta solitudine di Caprera.

La vendetta dei cieli cadde finalmente sopra la Francia, e nel giro di brevi giorni giacea sanguinosa, invilita e vinta dall’Aquila Prussiana. — Era l’anno 1870, e il sole del 20 settembre sfolgorò su Roma raggiante di libertà e d’amore. — Fu giorno di commovimento solenne e tutti i patriotti si abbracciarono in amplesso di fratellanza e d’affetto. — Roma era capitale d Italia. — Un’èra più bella s’aspettava principiasse da quel giorno per il bel paese, e il benessere di tutti gl’italiani s’avverasse, e l’amministrazione del governo fosse più retta più ordinata, e Y onore della Nazione sostenuto sempre più meglio, e l’idra clericale distrutta, e la pubblica e privata prosperità più progrediente. — Avvenne tutto ciò? — Noi noi diciamo, chè amara traboccherebbe la parola fuori dei moderati confini. — Ma proseguendo a parlare del Mazzoni diremo che alle prime elezioni egli fu dai propri concittadini mandato Consigliere in Campidoglio. — E se siasi trovato a lato d’uomini, com’egli, liberali ed intelligenti e che la buona trattazione della cosa comunale curassero, noi neppure accenneremo, chè i fatti han dimostrato il contrario. — Il Mazzoni ha adempito sempre agli uffici di Consigliere con sollecitudine e con amore, siccome conviensi a cittadino di bella intelligenza ed onesto, a provato patriotta che il bene d’Italia e di Roma sopratutto desidera.

Da cinque anni è pur Presidente del Circolo Filodrammatico Romano. — Operosissimo ed onestissimo sempre è dalla sua professione che oggi trae i mezzi di un agiato vivere. — Egli è marito affettuosissimo, tenerissimo padre, ed ai figli segna la via da lui corsa, perchè si facciali degni di lui, degni d’Italia.

E conchiuderemo dicendo, che dall’esempio di benemeriti Cittadini, de’ sinceri patriotti ne avverrà, come si espresse quella grande anima del Guerrazzidi stringerci sempre più col vincolo di fratellanza tra noi, confermando il patto di adoperare tutte le forze della vii a nostra ad educare il popolo per palesarsi qual’è padrone della terra, che Dio gli diede ad abitare, ed arbitro dell’anima, che pure Dio gli concesse per vivere libero e contento finchè duri lontano da Lui.




Tip. Letteraria, via Ripetta.