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massimo duca mario |
le genti italiane, imperocché era salutato il redentore d’Italia, il Sacerdote Sommo cui le veci di Dio erano degnamente affidate, l’Uomo che era nella aspettazione dei secoli per consolazione e felicità dei popoli. — Benedice egli alla bandiera della nazione, e la santa sua voce manda il grido di liberare la patria, e a quel grido rispondono tutti i valorosi d’Italia, tutti gli antichi soldati delle antiche battaglie, tutti i giovani della nuova generazione, e corrono all’armi. Lo straniero abbandona già il suolo italiano, e volge in fuga. — La guerra contro di lui bandita è santa, è religiosa, è solenne, perchè è il Vicario di Dio, è Pio IX che la vuole per la libertà e indipendenza del proprio paese. —
Ma era altrimenti fisso nei destini d’Italia, chè gli avvenimenti mutaronsi, e la prova di nuove sventure doveva sostenere la patria. — Pio Nono ritrae il mandato di guerra; il popolo fremente d’ira non s’arresta, e come rombo di mare tempestoso minaccia travolgere tutto in estremo naufragio — In mezzo a tanto tumulto di passione politica, fuggitosi Pio Nono a Gaeta, noi vediamo il Duca Massimo intender sempre al bene di Roma, alla felicità della patria — E come uomo di profondo accorgimento, di gran tatto politico, e di alta intelligenza ascende ai supremi uffici dello Stato dapprima siccome Ministro dell’Interno poi delle Finanze, o quivi si parve in bella evidenza la sua attitudine al governo della cosa pubblica, e tutti pose in opra i suoi sforzi a conservare l’ordine, la tranquillità, la prosperità cittadina, e a condurre il popolo a quella calma, senza la quale il riordinamento dello Stato è impossibile — Ma nuovi perturbamenti succedevansi e nel palazzo della Cancelleria compievasi la funesta tragedia di Pellegrino Rossi. — Il Duca Massimo, che era di quel grand’uomo amicissimo appena seppe che il pugnale dell’assassino aveva spenta la nobile e preziosa vita, stretto da immenso dolore e nell’istesso tempo condotto da magnanima ira, abbandonava il suolo di Roma, chè credè essere indegna cosa di spirito generoso rimanersi sovra un teatro di tradigioni, e d’insani tumulti, e doversi esecrare con eternità di odio ogni misfatto politico che spegnendo una vita non apporta la salute della patria. — E che la uccisione miseranda del Rossi non apportasse la salvezza della patria, ma piuttosto ne affrettasse la rovina non è qui a dimostrarsi, chè stà aperta la storia, la quale chiaramente lo svela.
Il Duca Massimo fu Presidente di tutte le commissioni, e Generale della Guardia Civica, che fortemente prediligeva. — In ogni carica, in ogni ufficio, che sostenne spiegò tutta sua cura, tutta sua energia, e meritò onori. —
Partitosi di Roma stabilì sua dimora in Parigi, ove fu vago di studiare nuovi uomini e nuove cose. —