Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
marchetti avv. cav. giuseppe |
e la robustezza dell’ingegno si rivelò nel suo più eletto splendore chè la laurea conseguita, ottenne di poi anche il titolo di Avvocato, e si diè ad esercitare nella palestra del foro, dove raccolse sempre le più distinte onoranze, e venne in bellissima fama, ed avuto in altissima stima. — E di vero la reputazione chiarissima di lui fece sì che anche nei tempi del papale regime, fosse desiderato e cercato, affinchè sua opera facesse valere nella magistratura giudiziaria, ma egli oppose sempre ricusa, chè non era ne’ suoi sentimenti prestare a quel governo servigi. —
Però appena nell’anno 1849 i tempi mutavano, e la Romana Repubblica era proclamata, egli venia di subito alla carica di giudice del Tribunale di appello in Roma destinato, facendolo i suoi meriti in tali uffici attissimo imperciocché è egli uomo che alla integrità del carattere, alla grande onestà congiunge amore della giustizia, e questa perciò fu da lui rettamente esercitata, anche per la sua vasta dottrina in materia legale. —
E così andò sempre più levando di se universale la stima, che era di poi prescelto dal Commissario francese Avv. Giuseppe Piacentini-Rinaldi a far parte della Cassazione Romana, la quale però ebbe durata brevissima, chè il restaurato pontificio regime ne faceva abolizione. — Il Marchetti sapiente e dotto quale egli è, condivide la opinione dell’illustre cittadino di Livorno, che cioè: la legge importa che sia educatrice per eccellenza, corregga i costumi rei, non attenda i buoni costumi a correggersi, e norma di vita ella si presenti agli occhi di tutti, come un Cristo sul colle a predicare alle turbe i precetti dell’onesto vivere. —
Amante dell’Italia, egli desidera che si faccia sempre più grande e rispettata Nazione, e che le forze di tutti cospirino alla felicità del popolo, poiché nel popolo, conviene egli col Vico, risiedono le potenze creatrici del lavoro, dell’industria, del genio, e della civilizzazione, ed il popolo, dice uno scrittore sommo, ha diritto ad un libero progressivo sviluppo morale, ha diritto all’educazione, ha diritto di conoscere come proceda il maneggio degli affari, che lo riguardano, ha diritto a partecipare, quanto è possibile, direttamente o indirettamente, in quel maneggio; e per conoscere sempre meglio i propri doveri ha d’uopo d’interrogare la tradizione dell’umanità, il consiglio de’ propri fratelli, non nel cerchio ristretto d’un secolo e d’una setta, ma in tutti i secoli e nella maggiorità degli uomini passati e presenti. —
La città di Roma i pregi della mente e dell’animo del Marchetti conoscendo, lo eleggeva poscia Consigliere in Campidoglio, d’onde uscito, veniva rieletto con circa cinquemila voti. —