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lovatelli conte giacomo

verno, dovette parimenti neil’8 agosto 1843 per sottrarsi alla persecuzione papale emigrare con Carlo Luigi Farini e suoi numerosi amici. — Allora si riparò in Toscana, ma poiché quel governo cedeva alla pressione pontificia ed austriaca, fu obbligato a lasciare Firenze, ove consegnava all’illustre Raffaele Lambruschini, morto senatore del Regno italiano, la educazione di un suo fanciullo, che è appunto quello, di cui oggi noi tessiamo la biografica memoria. — Recatosi a Parigi il Conte Francesco Lovatelli, ebbe colà più intime relazioni cogli emigrati eminenti italiani e con gli uomini di lettere francesi. — Poscia dovendo preferire terreno più libero, si recò nel Belgio, da dove nell’autunno 1845 si condusse in Africa e stabilì la sua dimora in Algeri, ove il suo nome già cognito ebbe accoglienza benevola, e fu nominato Vice-Presidente dell’Istituto d’Africa. —

Nel giugno del 1846, chiamato nominativamente dall’amnistia di Pio IX, venne in patria, e poco dopo, essendo egli l’idolo di tutto il suo paese fu nominato Comandante la Guardia civica. — Indi fu eletto Deputato, e il giorno stesso, in cui accadea la sua elezione, gli giunse la nomina di Senatore. — Alla improvvisa partenza del Card. Ferretti Legato di Ravenna fu nominato Pro-Legato di quella città e Provincia. — Durante quel tempo o sia circa l’aprile 1848 ebbe dal ministero secolare straordinarie missioni. — Nel luglio 1848 fu traslocato Pro-Legato in Ferrara, e molto fu ivi amato da quei cittadini por la sua equità, per il suo molto ingegno e per la energica condotta tenuta davanti alla burbanza austriaca, quando quelle orde invasero la città. — La gratitudine dei Ferraresi per lui non fu di quelle, che presto sì scordano, giaccchè nel 1870 affidavano al suo figlio, di cui oggi discorriamo la vita, il mandato cittadino di loro deputato al Parlamento. — Nel 17 agosto 1847 ebbe nomina sovrana del Pio IX riformatore, che lo chiamava al portafoglio delle Armi, al quale onore rinunciò. —

La fuga del papa da Roma, la caduta del Ministero, il giuramento dato al governo costituzionale, gli fecero lasciare Ferrara, credendo di non potersi uniformare alla opinione repubblicana. — Fallite le speranze della restaurazione costituzionale si ritirò in Toscana, ove dimorò alcun tempo e dove lasciò il proprio figlio Giacomo a formarsi negli studi universitari — Ritornato a vita domestica volle essere estraneo ad ogni partito. — Un velo misterioso copre gli ultimi giorni della sua vita, la quale fu spenta la notte del 29 novembre 1850 da una mano omicida. —

Pertanto la prima gioventù di Giacomo Lovatelli fu quella dell’emigrato, e crebbe negli anni all’amore degli studi, e rivelò bellezza d’ingegno, e gentilezza di cuore. —