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gabet comm. luigi |
Il Gabet appartenendo ad nn corpo di truppa regolare chiedeva perciò il congedo, ma eragli diniegato, e poco di poi la cosidetta Censura pontificia, di feroce memoria, lo destituiva. —
Ritornava quindi ai prediletti suoi studi e all’esercizio della sua professione di architetto ingegnere, e così trascorrendo sua vita era nella aspettazione di tempi nuovi e più maturi, nè cessò mai dal concorrere al trionfo della causa liberale, epperò per essa non fu mai ritroso dal disporre anche delle proprie fortune.
Quell’illustre uomo, che fu il Duca Mario Massimo nominato Commissario per le ferrovie chiamò appresso se il Gabet, e lui prescelse quale Ingegnere controllo accordandogli piene facoltà, chè grandissima era la stima che a lui lo stringeva, perocché ne aveva ammirate le virtù del sapere, e le belle doti del cuore, ed il Gabet degnamente sempre corrispose all’alta estimazione, che di lui s’aveva, nè tralascieremo di notare come egli sia anche uno dei membri dell’accademia di S. Luca. —
Rassegnatosi dal Duca Massimo la carica di Commissario, ed incorporatosi questo ufficio al Ministero dei Lavori pubblici era il Gabet destinato al corpo d’acque e strade sotto il Ministro Baldini, dal quale s’ebbe distinti e gelosi incarichi. E di questi basti il noverare quello di presentare il progetto della stazione centrale di Roma, in cui rivelò tanta sapienza d’arte e altezza di concetto, che fu onorato eziandio della decorazione Piana, siccome lo fu di quella Gregoriana per i lavori della ferrovia di Civitavecchia. —
E a dimostrare la distinta considerazione, in che è riguardato il Gabet giovi pur notare come alloraquando venne in Roma l’imperatore Massimiliano d’infelice memoria, a lui fu dato l’onore di accompagnarlo, e l’imperatore a provargli come ne avesse alto soddisfacimento conferivagli la commenda dell’ordine della Guadalupa.
Roma finalmente è redenta e la sua fronte si cinge del diadema di capitale d’Italia. —
Il governo nazionale eleggeva di subito Luigi Gabet per i grandi lavori del trasferimento della capitale, nel che egli pose immenso interessamento e seppe tutto condurre con ordine mirabile, e con quella abilità sol propria della sua valentia.
A lui fu dato eseguire i lavori per la sistemazione del Ginnasio Ennio Quirino Visconti, i laboratori di Chimica, di fisiologia patologica, e di Chimica chirurgica, ed eseguì anco l’aula pel Senato del Regno e la riduzione dei locali annessi, e la sua opera fu quella che ridusse eziandio il locale per uso del ministero dei lavori pubblici, e s’ebbe molti altri incarichi, e dappertutto