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finali commend. gaspare

zionale. — Salito il Farini al Ministero dell’Interno, e conoscendo le belle virtù del Finali lo volle chiamare alla vita amministrativa e lo nominò Segretario al Consiglio di Stato, quindi Consigliere di Governo. — Svolgevasi la rivoluzione nelle Marche e nel mentre vi andava siccome Regio Commissario Lorenzo Valerio, nella qualità di Vice-Commissario generale era destinato il Finali. Fu poscia sino al 1862 capo divisione nel Ministero dell’Interno sostenuto dapprima dal Minghetti, che lo elesse anche Ispettore generale, e di poi dal Ricasoli, e alla caduta di questo passò nel Ministero delle finanze siccome Capo-Divisione essendo ministro il Sella, che poscia lo eleggeva Segretario generale — In tali cariche essendo, il Finali diè semprepih splendida prova della eletta sua intelligenza politica, civile, amministrativa. — E perocchè a tali uffici attendendo il mandato di Deputato al Parlamento aveva rassegnato, vollero i propri concittadini a più solenne dimostrazione di onore affidargli nell’anno 1865 di nuovo l’istesso mandato. Ed egli accettatolo fu allora che dinanzi al Parlamento fè udire la bella ed eloquente parola, e presentò anco due relazioni l’una sulla legge di conquaglio, e l’altra su quella di ricchezza mobile. — Ma nelle cariche dello stato proseguendo, dall’ufficio di Segretario generale presso il Ministero delle finanze, retto dallo Scialoja, era poscia nell’anno 1867 nominato Direttore generale del Demanio e Tasse, e in sul fine del medesimo anno venia nuovamente chiamato come Segretario generale al Ministero delle Finanze essendo ministro Cambray-Digny. —

Il Finali era ognora più così, salito in bella nominanza che anche il collegio di Belluno nell’anno 1868 lo volle eletto suo rappresentante al Parlamento.

Nell’anno 1869 era nominato Consigliere della Corte dei Conti. —

I fati di Roma si maturavano e l’anno 1870 doveva segnare il più glorioso avvenimento che in nota di secoli sia registrato sulla storia d’Italia. — Il 20 settembre sarà un’eterna data, che i presenti ed i posteri avranno cara siccome quella che fissò l’ultimo passaggio delle tenebre alla luce, della prepotenza al diritto. — Roma fu tolta all’oscuro reggimento temporale dei papi e cinse il diadema di capitale della nazione, e maestra esser debbe di civiltà e di progresso, di sapienza morale, civile e politica, e come dal seno di una madre da lei sola diffondersi il nutrimento di salute alla patria; — e come una madre debb’essere perciò riguardata ed aver trattamento dagli uomini che stanno al governo dello Stato, ai quali perciò incombe non solo avere affetto di figli, ma la mente ed il cuore d’ogni utile cognizione fornita, la loro età da lunghe prove e da esperienze d’ogni guisa visitata, intemerata la coscienza, / .- - ..-