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finali commend. gaspare

di Agricoltura, Industria e Commercio, e che all’ufficio di Consigliere comunale in Campidoglio fu puranco degnamente eletto. —

In Cesena ebbe egli i natali nel 20 maggio dell’anno 1829 da Giovanni Finali e Maria Zamboni. — Suo padre fu uomo avuto in grande estimazione e l’ufficio di notajo archivista sostenne nella sua terra nativa; — Maria Zamboni è una virtuosissima donna di sensi miti e gentili, cui, vedovata del consorte, è rimasta la gioia dolcissima di vivere al fianco del suo amatissimo figlio. —

Gaspare Finali insino dalla prima giovinezza si mostrò amantissimo dello studio, e il proprio genitore lo volle quindi educato nelle più elette discipline, e nei forti e severi studi istruito. — Di aperta intelligenza, d’ingegno robusto, di leggieri nella istruzione progredì, e alle belle lettere ebbe sempre inclinazione grandissima, cbè nel suo petto pur ferve nobilissima anima di poeta. — Se non che mandato nell’anno 1846 agli studi nell’Università, romana, si diede alle scienze legali, nelle quali poscia all’Università di Bologna laureavasi nell’anno 1850, non avendolo potuto nell’Università di Roma nel precedente anno 1849 per gli avvenimenti politici che vi si svolsero. — E poichè il Finali, tuttochè giovanissimo degli anni, forte sentì l’anima sua ardere di patrio amore, tanta fu l’alta fiducia che in altrui di se medesimo in sui primordi della sua carriera politica di già esprimeva, che nel 1848 era eletto Presidente del Comitato Universitario, e poscia nel 1849 venia prescelto Segretario del Circolo popolare in Cesena — Sperò egli, come tutti gli altri patrioti, che gli avvenimenti del 1848-49 conducessero al compimento dell’unità e indipendenza d’Italia, che era il sospiro di lunghissimi secoli, l’ideale vagheggiato da tanti martiri, da tanti uomini illustri, da tanti geni italiani, che la mano inesorabile’ del destino aveva fatti scomparire dal mondo mentre era desiderata immortale la di loro esistenza. — Ahi! fu visto in un abisso di sangue tramontare il breve sole di libertà, che era spuntato nel cielo d’Italia, e i tiranni tornar di nuovo a lacerare la patria nostra, e a dividersi le vestiraenta e le carni. — Ma i liberali nella coscienza del santo diritto di liberare un giorno il proprio paese dalla straniera dominazione, e dalla cancrenosa piaga del papato temporale, non cessavano dal cospirare per giungere al conseguimento di quell’altissimo fine. — E tra quei liberali era Gaspare Finali. — Volgeva l’anno 1855. — Il bicipite degli Asburgo svolazzava per le terre venete e lombarde e dell’Emilia, e tentava stringere nei suoi artigli tutti i più distinti patrioti, e farne suo pasto miserando. — Il Finali quindi per involarsi ad una sorte funesta emigrò in Piemonte, perocchè gli austriaci avevano già contro di lui aperto un processo politico, e con giudizio stata-