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lo, e tengo opinione che s’egli avesse voluto mettere più di sovente l’ingegno in questa maniera di poetare, sarebbe gito del pari al Gozzi e agli altri più lodati maestri.

Trapasso alcune altre sue rime, che videro la luce in Firenze del 1830; le quali tutte per la bontà loro troveranno sempre grazia dinanzi a quelli che della poetic’arte hanno intelletto e sentimento. E vengo al suo pregevole libro della elocuzione; ragionato non da meschino retore, sì da filosofo profondissimo; nel quale l’autore s’è messo dentro le ragioni più intime de’ poeti e degli oratori, ed in poche carte ne ha dato precetti utilissimi cavati dall’indole dell’intelletto e del cuore umano: e può dirsi lui avere in questa sua opera i più nobili ingegni degli antichi non solamente pareggiati, ma superati. Le quali lodi come sieno vere lo mostra il pregio in che è tenuto questo suo libro appo i cultori delle buone lettere, e le molte edizioni che se ne sono fatte in parecchie città d’Italia.

Essendo poi ’l Costa intento sempre ai bisogni della sua nazione, e veggendo che le stampe del vocabolario italiano fatte dagli Accademici della Crusca e dall’Alberti e dal Cesari non avevano potuto appagare il desiderio comune, venne in pensiero di farne una ristampa egli stesso: e perchè la compilazione di un vocabolario è opera da molte menti e da molte braccia, tolse a compagno nell’ardua fatica il valente Francesco Cardinali; e senza punto sgomentare mise mano al lavoro, che fu intitolato all’illustre autore della Proposta, Vincenzo Monti. Questa opera, partita in sette volumi, ebbe cominciamento nel giugno del 1819, e fu compiuta nel luglio del 1828; e noi diremo per amore del vero ch’ella riuscì migliore delle precedenti, essendo che assai ammende vi furono fatte sì nelle definizioni e sì ne’ vocaboli, molti de’ quali, specialmente pertinenti alle scienze e alle arti, furono per la prima volta notati: ma è lontana dalla desiderata perfezione, come lo stesso Costa con ingenua schiettezza confessò.

A questi gravi lavori (dilettando anche nelle cose degli studi ’l variare) altri ne interponeva di più ameno argomento, traducendo a gara con quella anima gentilissima del conte Giovanni Marchetti le odi di Ana-