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Fu questa dimenticanza, o caso pensato? – Non precipitiamo nei nostri giudizi. – Dio è il revisore delle coscienze, – e Dio, che può convertire in uno scherno il diadema e la testa del prepotente, un giorno vorrà conoscere il pro e il contra di queste ed altre bisogne.
Ma dunque è morto quel pover’uomo? E così solo, solo, e infelice, come avrà fatto a reggere il peso dell’agonia? – e se avrà chiesto un sorso d’acqua, per mitigare la febbre delle sue viscere, chi gli avrà bagnato la bocca? – e se l’asma lo soffogava, chi l’avrà sollevato a mezza vita? Chi gli avrà asciugato la fronte, e scaldate l’estremità irrigidite? Chi gli avrà dato una croce a baciare? – Chi avrà risposto amorosamente al delirio d’una testa che si sfascia, che vede il diavolo, che vede i Santi, che vede un’ombra nera, un’ombra bianca, mille stranezze, che lacerano il cuore di chi sente, e per un tratto percuotono di smarrimento la ragione di chi le considera, fosse pure una ragione di ferro? Chi gli avrà aperte le finestre, perchè beva un ultimo alito d’aria pura, perchè veda il cielo e la speranza? Oh! la speranza è un letto di piume al moribondo, ove egli a quando a quando dimentica le spine sulle quali si giace! è un’ala candidissima sulla quale l’anima del moriente va a posarsi via via, provandosi così per tempo a slanciarsi alla vita degli angioli! – E i suoi figliuoli? perchè Dio non rompe le porte della prigione, onde passino i suoi figliuoli? Poveri suoi figliuoli! non poterli benedire, non poterli vedere, non poterli palpare! Poveri suoi figliuoli! d’ora innanzi chi darà loro un bacio, chi darà loro del pane? Misero padre! questo pensiere ti sta come una lastra infuocata sul cuore; – è l’unica striscia di ra-