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diaria, all’agricoltura, all’industria, al commercio, alle colonie etc., e così scandagliando le più alte questioni d’Economia politica teoricamente, storicamente, ed anche praticamente. Il primo lavoro di questo genere fu a mia notizia il – Quadro dell’Agricoltura Toscana, uscito nel 1801; e poco dipoi scrisse – Della ricchezza commerciale, o sia Principii d’Economia politica applicata alla legislazione del commercio, – che più tardi rifece sotto il nome di – Principii nuovi d’Economia politica. – Attempandosi tornò con più vivace alacrità a questi studi, e soleva dire, che dopo avere tanti anni lavorato il campo della Storia, gli era conforto l’abbandonarsi a ricerche, che si profondano tanto nelle viscere dell’organismo sociale, e ci porgono la più giusta misura per regolarci nel maggior numero dei casi, mettendo in luce le cause della debolezza e della forza. – Gli studi sulla Scienza Sociale, riassunto in parte di diversi articoli dispersi in più giornali, furono l’ultimo frutto di queste indagini, che intendeva estendere più oltre. La prima sezione racchiude gli – Studi sulle Costituzioni dei popoli liberi, – esame teorico delle libere costituzioni in genere. In quest’opera si tratta prima dei diritti, che il popolo può o deve guardare. E si espongono i pericolosi traviamenti generati dalla pretensione della democrazia al supremo potere, e dal desiderio del suffragio universale; – e si rappresenta come i meno sieno chiamati al governo in virtù della loro educazione, e come il suffragio universale sia cosa retrograda, fondando la maggiorità di coloro che non hanno volontà propria, la maggiorità degl’ignoranti, e degl’indifferenti; – e quali sieno i vantaggi del sistema rappresentativo nella sua purità, mentre da co-