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per intiero, o volervi imparare la Storia, non sarebbe sì agevole. Dal Muratori al Sismondi gl’Italiani fecero poco per la loro storia universale. Le Rivoluzioni d’Italia del Denina, uscite la prima volta nel 1769, sono un libro assai letto, ma fatto piuttosto per la comune dei lettori, che per i dotti; scritto però con spirito e vivacità, e per questo ristampato sovente, e per le mani di tutti, sebbene gli uomini oggi pretendano più assai dalle storie, e molti punti di quel libro non reggano di fronte alla critica. Queste due opere sono le uniche, che trattino a mia saputa la storia d’Italia fino ai tempi più recenti. Dopo il libro del Denina non venne cosa che meriti discorso, e l’opera molto studiata del Tedesco Lebret fu appena conosciuta di quà dall’Alpi. – Ora poi, che la prima Storia del Medio-Evo Italiano completa e ben fatta uscisse dalla mente d’uno straniero, nessuno l’avrebbe aspettato. Ben è vero, che ella fu scritta sotto cielo italiano, anzi in Toscana, il centro vero della Civiltà Italica, il foco dove convergono i raggi della gloria dei secoli di mezzo, il paese che meglio d’ogni altro chiarisce gli eventi e gli effetti che ne uscirono, dove meglio che altrove allo spirito d’indagine vengono offerti aiuti, lumi e conforti. La prima parte delle Repubbliche Italiane apparve nel 1807, e or sono due anni uscì la terza edizione in Parigi, senza contare le ristampe del Belgio, e le traduzioni italiane, e tedesche. Dalla formazione dei liberi stati, dalla lotta dei Municipi colla supremazia imperiale, dal trionfo dei primi, e dall’infiacchimento dell’ultima, questa Storia arriva sino all’epoca di Carlo V, nella quale l’Italia parte obbediva agli stranieri, come il regno delle due Sicilie, e il Ducato di Milano, parte a Signori nazionali, al-