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farsi alle sue grandi opere, conviene pur sempre annoverarlo tra i più notabili Storici del Secolo XIX. Nè questo è il luogo di passarle per esteso in esame, tanto più che poco o assai sono state tutte ad una ad una riviste; ma ben possiamo riunirle, e delinearne il carattere generale, ora che lo Scrittore è sparito, e in sua vece ci stanno dinnanzi aperti i suoi scritti. Ed apriremo la serie colla prima grand’opera, la Storia delle Repubbliche Italiane del Medio-Evo. Lodovico Antonio Muratori fu il primo, che la massa immane di notizie custodite nelle cronache e nelle storie raccolse e ordinò nei suoi Annali d’Italia dal principio dell’era volgare sino all’anno 1500, che poscia continuò sino al 1749. E nessuno era più acconcio di lui a quel lavoro, poichè la pubblicazione della gran raccolta degli Scrittori delle Cose Italiche lo aveva messo dentro alla perfetta cognizione d’infiniti documenti storici di quella fatta, e così ebbe campo, esercitando il suo acume, il suo spirito d’ordine, ed una instancabile diligenza, di procacciarsi una dottrina smisurata. Però questi Annali non sono propriamente una storia ben elaborata; raccontano anno per anno quello che accadde, mettendo sulla scena una dopo l’altra terre e città, senza che l’uomo acquisti un’idea netta dello sviluppo organico, che si opera nella vita sociale; i fatti soli stanno là, e il più che si pone mente è alle guerre, e agli avvenimenti esterni, senza rilevare i cambiamenti nelle costituzioni, le quali per tal modo riesce arduo spiegare, se non impossibile. – Lo stile è quello d’una narrazione affollata, disadorna, e spesso mancante troppo di dignità. Nondimeno questi Annali sono l’aiuto il più efficace per ritrovarsi nel labirinto delle storie delle città italiane, ma leggerli