Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
sociale. Ho sofferto nella persona e negli averi, e ho riguardato da vicino le passioni del popolo mescolandomi a quelle, e così ogni studio e meditazione di cui fossi capace ho congiunto a quella esperienza che mi diedero gli avvenimenti, dei quali talvolta mio malgrado fui testimone».
Sulla riva destra dell’Arno tra Firenze e Lucca giace una grande vallata per dove scorre la Nievole, che le dà il nome, in alcuni luoghi paludosa e malsana, ma più in antico, perchè nelle battaglie di quei vicini stati fino ai tempi del gran Castruccio interi eserciti su quel suolo perivano, ed oggi assai meno, perchè il male in gran parte fu rimediato. La valle però nel complesso è oltremodo fertile, e coltivata accuratamente a guisa d’immenso giardino, traversata da una fila di colline ricche di viti, e a settentrione difesa dalle selvose e pittoresche montagne di Pistoia. Chi poi da Pistoia movendo scende giù per le forre di Serravalle alle salutifere e frequentate sorgenti di Montecatini, e di là si reca alla deliziosa Pescia capoluogo della valle, comprende appieno la bellezza di questo paese, di cui il Sismondi ritrasse con sì liete immagini l’agricoltura, e gli uomini. A Pescia pertanto dimorò lungo tempo il Sismondi, rattenendolo ancora i legami di famiglia, perchè la sua sorella Sara si maritò con un gentiluomo assai riputato del luogo, Antonio Cosimo Forti, il di cui figlio Francesco, giovane di bellissimo ingegno, e giureconsulto profondo, fu rapito troppo presto alle scienze; e quivi più tardi egli si comperò un possesso, e in ultimo vi passò molte ore felici nel 1836, e 37. E fu nella sua lunga dimora in Toscana, che gli si destò nell’animo l’idea di scrivere la Storia d’Italia del Medio-Evo; e con quella