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suo fiato di balsamo, sembrommi allora, che la natura mi baciasse le guancie, e teneramente sospirasse il mio nome.

Io vidi la larghezza del cielo diffusa intorno all’universo; e gli astri venivano al cielo come fanciulli: allora le gesta degli uomini mi parvero piccole; non conobbi di grande, che il nome dell’Infinito.

Oh! come sfuma il sorriso, che veste le gioie, e le speranze terrene, allorchè nel petto al Poeta gli eterni pensieri sorgono come in cielo le stelle!

― 18381

  1. Dalla Viola del Pensiero, Anno I.