Pagina:Bini - Scritti editi e postumi.djvu/286



L’Amore profondo si fa sentire più da lontano che da vicino. Questa legge morale è connessa forse a quell’altra legge fisica, per la quale i grandi colossi acquistano proporzioni armoniche, e piacciono all’occhio a grande distanza, ed una forte musica riesce soave e deliziosa sentita ad una certa distanza.


Nelle cose d’affetto, meno che si pensa, meno che sì calcola, meno che si disegna, meglio è. – Sentire, e sempre sentire, ma senza prevenzione, alla buona, all’italiana d’una volta, – quest’è l’anima, l’essenza dell’Amore. L’Amore non ragiona, non fa di conto, non vede, – e per questo gli antichi lo dipinsero cieco.


A me piace più l’espressione calda, fanatica, baccante, dell’anima commossa, che il tono freddo, compassato, cattedratico, della ragione, – cosa tanto vantata, e così poco definita; cosa, che vale assai meno della sua riputazione, che tutti più o meno posseggono nei tempi ordinari, che tutti più o meno perdono nei tempi straordinari, come ognuno ha il polso regolare quando è sano, e l’ha troppo celere quando lo investe la febbre.


Io non mi fido dì quelli, che stringono la mano a tutti, che si chiamano amici di tutti; – il cuore umano non si può così spicciolare; non può, e non deve bastare a tutti; – ma può aversi, ma è necessario avere un amico, e all’uopo conviene fare per lui dei nobili sacrifizi.