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faccia a modo tuo, perchè così, anche facendo male, la percossa che viene dalle mani proprie è meno acerba di quella, che viene dalle altrui. E Socrate disse: – Un Genio parla nel petto a voi tutti, o mortali; e chi nacque a correre una corsa che tutti non fanno, perchè, non la sanno fare, non può e non deve ascoltare, che le leggi del suo Genio, altrimenti si rassegni ad essere sopra tutti infelice. – E se il tuo Genio ti comanda l’esilio, giovi l’esilio, e abbandona la patria, e quante cose d’amore ha la patria, e sii felice se puoi, o almeno ti domino le alte sventure, e sempre ti si mantenga amabile l’ambizione della Gloria. Ma quando sarai lontano fra gli stranieri, e non avrai più nulla di tuo, che le passioni, e le memorie di un tempo passato, allora il tuo pensiere sia italianamente generoso, e colla forza della immaginazione scaldati sempre al nostro Sole animatore perenne del Genio, e del valore italico, – e ti risovvenga di una gente dolorosa, d’Italia nostra, di questa cara armonia di tutta la Natura, – e cingi sovente le sue immagini dell’ala dei tuoi affetti, – e considera l’anima tua come sacra a te solo, – .... e allora i concetti ti sorgeranno nella mente come le stelle in Cielo, liberi, e splendidi di bellezza divina, e brillanti di eterno movimento. ―
F.*** mio! la lettera è lunga, e mi avvedo di avertela scritta in un certo tono, che sa piuttosto di paternale; ma tu conosci l’amico, e ben sai se io m’abbia avuto mai l’orgoglio di far lume a nessuno, io che fermamente credo di non saper nulla, tranne che sono un povero diavolo mandato su questa terra ad occupare un po’ di luogo, e null’altro, e tengo aperto sempre l’uscio di casa per vedere se il vento un giorno o l’altro mi ci porti la Verità, o la Ra-