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Io non vidi nel mondo, che un moto
Alternato di vita e di morte;
Un destino di ferro, che ignoto
Tutto stringe in ignote ritorte;
Esclamai: – muore l’alma! – e al desire
Chiusi l’ale, e negai l’avvenire.
E guatando la Storia, – un volume
Dove scrive col sangue il Delitto,
Dove scorre qual onda in un fiume
Delle schiatte il veloce tragitto, –
Uno spazio guatai di dolore,
Dove geme chi nasce e chi muore.
E la gloria un’immagine muta
A me parve, – una stella cadente, –
Una voce fra breve perduta
Nell’immenso silenzio del niente:
– A che muoversi? – io dissi; e mi tacqui,
E in un ozio codardo mi giacqui.
E rimasi nel vuoto; – e la vita
Mi pesò come un grave martiro;
E se amai, fu passione smarrita
Nel deserto, – un solingo sospiro
Fu l’amor; – nelle tenebre incerto
Brancolai bestemmiando il deserto.
Ho voluto il deserto, – e di pietra
Mi son fatto un guanciale, – e la fossa
Ho scavato al mio cuor; – nè s’arretra
L’alma omai dal cammin dove ha mossa
L’orma; – indarno la innalzo alle sfere,
Nelle tenebre è morto il pensiere.