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Oggi però il vocabolo ha fatto la più grande ascensione possibile, e galantuomo s’intende propriamente colui, che senza fasto nè seconde intenzioni adempie tutti i doveri dell’Uomo, e del Cittadino.
Il ritratto d’un galantuomo è più difficile forse d’ogni altro. Voi non avete quasi mai la statura grandiosa, il portamento solenne, le parti angolose, il colorito avventato, ed i contrasti da scuotere i sensi, e la fibra di chi guarda. Invece avete una estrema regolarità di contorni, castigatezza di forme, colori tranquilli, conseguíti per via di gradazioni infinite, e tutte soavi; avete un perfetto equilibrio di quantità, e di qualità; avete ogni cosa al suo posto, avete l’ordine morale nella sua più semplice e più giusta espressione.
In somma voi non potete farne una figura di spolvero. – Già un galantuomo non trova mai il vento fresco della fortuna, che lo porti per aria, e fornisce a piedi il suo terrestre pellegrinaggio; e così non avendo un cocchiere, che gridi in pubblico – bada alla vita, – nessuno si volta a vederlo, nessuno conosce il suo nome, nè dove stia di casa. È provato, che una pariglia di buoni cavalli si fa largo, e attira gli sguardi meglio di una pariglia di buone azioni.
Un galantuomo non può mai ferir dritto allo scopo, perchè ha sempre delle distrazioni col pudore, e colla coscienza. – Un galantuomo generalmente ha disgrazia al giuoco, e in amore.
Un galantuomo facendo e dicendo cose, che i più non fanno, e non dicono, offende la moda, e la moda lo consegna al braccio del ridicolo.
Quindi a fare il galantuomo ci vuol coraggio, e pazienza. Ma la maggiore difficoltà per farne il ritratto è che se ne vede di rado l’Originale, e così,