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tacere le poche bontà sarebbe stoltezza e mal talento, perchè ci sono, e consolano di qualche raggio la tenebra, e per loro avviene, che l’umana creazione non sorge da ogni lato spregevole dinnanzi al pensiere. Chi si muove al bene per istinto è rarissimo; quindi va tentato ogni modo di eccitamento. Io non so se il mondo debbe andare come va; ad ogni patto nè la speranza, nè la prova di migliorarci, vanno lasciate; e quantunque il male sia congiunto come un bisogno al sistema dell’universo nondimeno converrebbe dimostrare il bene come interesse, da che nel male godono pochi astuti, e le masse gemono. Adunque ogni modo di eccitamento va tentato; e però onorare di pubblica lode le domestiche virtù è opera di sapienza civile, perchè l’onore è potente lusinga, e splende in maniera, che pochi vivono senza mandare un desiderio alla sua luce.


* Dall’Indicatore Livornese, N.º 35.
Quest’articolo, ommessi pochi periodi in principio ed in fine, fu ristampato, per distribuirne le copie al Popolo di Salviano il 22 di Gennaio di quest’anno, giorno dei Funerali nella Chiesa di quella Pieve, e della tumulazione nel contiguo Cimitero delle spoglie di Carlo Bini esumate a Carrara. Poche e semplici parole, che qui riportiamo, precedevano il Racconto, che in quella circostanza, e in quel luogo, ne parve più opportuno d’ogni funebre elogio. – Il libricciuolo fu poi riprodotto pei tipi di Ersilio Vignozzi in Livorno, e a Firenze nella Rosa di Maggio, Anno III.


AL POPOLO

DELLA PIEVE DI S. MARTINO

IN SALVIANO.


Il Racconto che segue, e che ora si ristampa per Voi, fu scritto nel 1829, da un Giovane Livornese, dotato di