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chi di tutti? Dio faccia di sì, – da che la metà degli uomini nasceva per non vedere; – molta parte dei rimanenti non vuole. Simbolo di profondo consiglio era la nudità delle Grazie, e per me credo a quella immaginazione; – ma benchè nude, nè sdegnose dell’umano consorzio, rari è fama che le vedessero. E se nelle menti mortali da poco tempo il caso non operava qualche rivoluzione, di che non ci sia giunta novella, io vado convinto, che al grosso numero Lorenzo Sterne non piacerà; – e buon per lui, che le venture non lo portassero a scriver drammi, – così almeno andrà salvo dai fischi. E qui prego coloro che fanno professione di filantropia a non volersi attristare di troppo, se la nostra Natura pecchi di sconvenienza adoperando a manifestare un affetto la maniera testè mentovata: – io torrei pure a buon patto, per onor mio, e del prossimo, che quando l’uomo è commosso da una passione più turpe del solito si ristringesse a gittar via la parola, che lo distingue dai bruti, e fischiasse a sua possa, ma non andasse più oltre nell’usurpare le bestiali proprietà. Se adunque Sterne camperà dalla prefata disgrazia, a ogni modo verrà taglieggiato nei crocchi; – e perchè ci hanno detto, che l’umor della bestia si può bensì torcere più che mai, ma non dirizzare, per cortesia daremo luogo onde chi vuol correre abbia sgombro l’arringo, e tocchi la meta. Ma più che il grosso della plebe, la quale ha finalmente pro domo sua l’Ignoranza, che se monta in bigoncia sa recitare una lunga intemerata al pari di tutt’altro professore, diranno male di Sterne le loro Gravità Letterarie, quei sacerdoti d’idoli smessi, che si fanno ragione colla parrucca, e col fascio degli anni sul dosso, e colla tradizione delle opinioni passate. Io