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mento della vita descritta? Come murmure d’abisso nelle viscere umane freme rovente la passione, ma indistinta e compressa, perchè i più non hanno modo di svolgerla, e dirizzarla al segno cui tende; e quando prorompe non sa l’uscita, e si consuma nell’ansia, ma non ha subbietto. Stanno le passioni nel cuore, come gli elementi nel caos; aspettano la voce di Dio, che scenda a comporle in armonia d’universo. E scende la voce del Genio, e le interroga, le solleva, e le guida, e il cuore fruisce la pienezza della vita esercitata. E mal si trascurano, e sta all’alimento di che le nutri vederle scintillanti di gloria, o dense d’infamia, far che una gente benedica, o pianga. Se l’uomo abbia, o no, da lodar nessuno per questo dono, ci pensi chi vuol saperlo; intanto sono inevitabili; e tu potresti meglio dividerti da te stesso, che da loro. E quando l’ipocrisia degli Stoici tentò fermare nell’anima umana la foga di tanta corrente, la continua oscillazione della gioia e del dolore, le ricette non valsero, e quella impostura era troppo inumana, perchè trovasse terreno dove allignare. L’anima consiste sol nei suoi moti; la mente li può governare; e la buona Letteratura porge alla mente i mezzi di venire al suo fine.
― O Lettore, perchè io non amo gli scrupoli, odi la mia confessione. Quanto ho già scritto, e quanto sta per venire, se il lavoro non mi si muta fra mano, vorrei, che avesse cera di discorso. Se bianco o nero, tel dirà la coscienza: a me non istà bene dirne cosa nè pro, nè contra. Pur questo mio discorso, o bianco o nero, o un po’ bianco e un po’ nero, in fondo in fondo potrei giurare, che non sarà mio. – E non è molto, che vennemi voglia di leggere quanti scritti mi capitavano a mano di Niccolò Ugo Foscolo. E lessi