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      Nè vi calunnio, chè in questa materia
      Siete un grand’uomo, e non siete un fantoccio.
        Siete un poema epico, una seria
      Cosa davvero, voi siete un abisso
      Senza fondo, non siete una miseria.
        E per non esser più troppo prolisso
      Vo’ dirvi cosa che non è una ciancia;
      Sentite quel che nella mente ho fisso:
        Il dì che al mondo mostrerò la guancia
      Di nuovo, in segno di una lieta cosa,
      Vi metterò un cannello nella pancia,
       E al popolo darò da bere a iosa.




PANEGIRICO

DI MESSER AGNOLO.


        Agnol di nome, e babau di sembianza,
      Chi dice mal di voi non vi ha veduto,
      Non vi ha sentito, non vi ha conosciuto,
      Non ha senno nè in forma, nè in sostanza.
        Voi non siete un mortal, ma una fragranza
      Del ciel, che Dio con sè non ha voluto;
      Un vaso d’elezione giù piovuto,
      Pieno di vino e di buona creanza.
        Chi dice mal di voi non ha giudizio,
      Io lo ripeto, o parla per invidia
      Della vostra eccellenza; e questo è un vizio,
        Che vela l’intelletto, una perfidia:
      Voi non siete un mortal, ma un precipizio
      Di belle cose; e se vedeva Fidia
                  Quel volto ove s’annidia
      Tanto raggio di cielo, incontanente