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      Di vin, come potrebbe un fil di paglia;
        Ma bussar tratto tratto alla bicocca
      Di Rebecca, e ordinarle un boccaletto,
      E farvelo di più mescere in bocca,
        È una tal cosa che a un uom provetto
      Sconviene, e giudicare a voi la lascio;
      Una mano mettetevi sul petto.
        Voi mi risponderete, ch’io vi accascio
      Sotto questo Capitolo, e che in fine
      Smetter dovrei, dovrei legare il fascio.
        Datemi la ragione, e le terzine
      Cesseranno, e se no, tenete in cuore
      Che ancor v’inseguirò colle quartine.
        Per or finisco; e in segno del mio amore
      Voglio, che vostre laudi non sien mute:
      Avvocato, Poeta, e Bevitore,
        Trinità formidabile, salute!




A MESSER AGNOLO


BEVITORE NON PLUS ULTRA


E soprattutto nel buon vino ha fede,
E crede che sia salvo chi ci crede.

Morgante maggiore.

        Agnol, voi siete vivo, e mi rallegra
      Sì la notizia, che già sorge in alto
      L’anima, che giacca chinata ed egra.
        Agnol, dall’allegrezza ho fatto un salto;
      Agnol, dall’allegrezza ho fatto un trillo,
      E l’ho cantato in chiave di contralto.
        Se voi vedeste come in viso i’ brillo
      Al sentirvi sì gaio e impertinente,
      E vispo più che a primavera un grillo;