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84 capo xx.

Senato, il Consiglio dei Dieci a’ quali andavano a far capo tutti gli affari della repubblica e che avevano così poco tempo da perdere, dovevano sommamente pregiare un consultore enciclopedico, che sparmiando loro tedio e fatica, con una scrittura che si leggeva in un ora e non di rado in pochi minuti soddisfaceva a tutte le loro domande, preveniva tutte le loro obbiezioni, presentandoli sottocchio un allegato compendioso di tutti i documenti che occorrevano al proposito, e per lo più da loro ignorati, gli metteva a filo di giudicare sanamente e con sicurezza degli oggetti in causa. Non dunque prevenzione o fanatismo, ma calcolate misure di vero interesse rendevano caro ai Veneziani un uomo, l’operosità e il sapere di cui tornavano così utili alla spedizione degli affari.

Un altro punto importante erano le pressochè continue controversie colla Santa Sede, ond’era necessario di avere un consultore teologo e canonista di specchiata religione, sì che godesse la fiducia pubblica, ma in pari tempo indipendente abbastanza da non lasciarsi corrompere dalle lusinghe curiali. E in ciò Frà Paolo non badava in viso ad alcuno, e malgrado l’estimazione generale non mancò di farsi anco in Venezia, se non nemici, almeno avversi varii patrizi e cittadini che in materie beneficiali non erano stati da lui favoriti. Su di che era così inflessibile, che il cardinale Priuli figliuolo del doge avendo ricevuto un beneficio ecclesiastico conferitogli dal papa, il che alcuni ritenevano vietato dalle leggi della Repubblica, interrogato del suo parere Frà Paolo, benchè sembri lasciare la questione indecisa fondan-